Sanità, Magarò: apriamo gli ospedali anche di notte
Come accorciare, fino ad azzerarle, le lunghe liste d’attesa nella sanità regionale. Come offrire ai cittadini risposte immediate per le prestazioni ambulatoriali e gli esami radiologici. Come ottimizzare al massimo l’utilizzo dei grandi, e costosi, macchinari come quelli per le Tac e le Risonanze Magnetiche. Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, propone una soluzione fortemente innovativa: “Apriamo gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche anche di notte – afferma – basterebbe farlo dalle 20 a mezzanotte per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Così potremo rapidamente limitare e abbattere le liste d’attesa e tagliare molti flussi dell’emigrazione sanitaria”.
Magarò sottolinea: “Non sto proponendo una ‘trovata’ stravagante o bizzarra, come sicuramente vorrà bollarla qualche superficiale detrattore. Ma una soluzione concreta e praticabile già avviata dalla Regione Veneto su proposta del governatore Luca Zaia e adottata, nero su bianco, in una delibera della Giunta regionale”.
Mai più “per la Tac torni tra quattro mesi” o “per la Risonanza se ne parla l’anno prossimo”, insomma. “Nella sanità calabrese – spiega Salvatore Magarò – si può avviare in questo modo una vera e propria ‘rivoluzione culturale’. Prendendo spunto dall’esperienza veneta, la Regione, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale, può estendere, per quattro ore notturne e in alcuni giorni della settimana, l’apertura dei servizi ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche, attrezzatura costose che più si usano e prima si ammortizzano, ottenendo così anche l’obiettivo di ottimizzare i costi per l’acquisto di strumenti che è un peccato utilizzare solo nell’arco di poche ore diurne e non tutti i giorni”.
Anche circa i costi dell’operazione e la compatibilità con le esigenze del personale medico e paramedico, l’esponente politico regionale fornisce risposte concrete. “Non si prevedono aggravi di spesa notevoli – chiarisce – garantendo agli addetti, ovviamente, il pieno rispetto degli accordi sindacali. Ma, piuttosto, credo si conseguiranno, a conti fatti, oltre che maggiore efficienza e tempi più veloci per gli esami e le visite, anche considerevoli risparmi complessivi”.
“Chiudere le liste d’attesa o, comunque ridurle al minimo fisiologico, significherà, infatti – conclude Magarò – avvicinare gli ospedali e le strutture sanitarie al territorio, dare una nuova grande opportunità anche ai cittadini-utenti che lavorano e sono costretti a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale nei classici orari e, quel che più conta nei bilanci della sanità calabrese, tagliare e ridurre al minimo quella migrazione sanitaria verso strutture di altre regioni che tanto pesa negativamente sulla casse regionali”.