Ciclo acqua-energia, presentati all’Unical di Rende i risultati di un progetto

Cosenza Attualità

Dopo due anni di impostazione dei prototipi sperimentali nell’area dell’Università della Calabria, con relativi studi di osservazione e ricerca, analisi e percorsi formativi professionali, riservati ad un nucleo di giovani ingegneri appositamente selezionati, si è dato spazio, nella sede dello University Club, ad una prima sessione divulgativa sui risultati raggiunti con il progetto Pon denominato “Servizio di gestione integrata e sostenibile del ciclo acqua-energia nei sistemi di drenaggio urbano”, il cui responsabile scientifico è la professoressa Patrizia Piro, del dipartimento di Ingegneria Civile dell’Ateneo di Arcavacata.

Un progetto che ha incentivato la cooperazione e i legami tra le diverse aziende del settore delle acque e gli enti di ricerca in una logica di coerenza con le strategie di programmazione Nazionale e Comunitaria.

La sessione di discussione, si è aperta con l’introduzione del responsabile scientifico del progetto, i saluti del Rettore Gino Mirocle Crisci, del direttore del dipartimento di Ingegneria Civile, Paolo Veltri, del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cosenza, Menotti Imbrogno, particolarmente seguita da esperti nazionali della materia sulla sostenibilità ambientale e da referenti di società leader del settore e partner.

IL PROGETTO ha trovato al suo interno delle caratteristiche lavorative mediante le attività di ricerca e di sviluppo sperimentale riguardanti il controllo degli afflussi alla rete di drenaggio, il controllo del carico inquinante dalle acque di dilavamento, i benefici termo-energetici delle installazioni e la potenzialità di riuso delle acque meteoriche, inquadrabili nel settore delle Best Management Practices (BMPs), come opere a basso impatto ambientale.

Nei contenuti, con apposite relazioni, ci sono entrati nell’ordine: Antonio Cenedese, del dipartimento di ingegneria civile edile e ambientale dell’Università “La Sapienza” di Roma; Patrizia Piro, del dipartimento di ingegneria civile dell’Università della Calabria; Luca Lanza, del dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università della Calabria; Nilo Pacenza, della S.M. & S.s.r.l.; Natale Arcuri e Marilena De Simone, del dipartimento di ingegneria meccanica, energetica e gestionale dell’UniCal; Gennaro Nigro e Gianluca Zecca, della SPA Servizi Progetti Appalti; Marco Carbone e Giuseppina Garofalo, del dipartimento di ingegneria civile dell’UniCal; Salvo Volo, della Sering Ingegneria S.r.l.

Dagli interventi è scaturito un quadro della impostazione ed esecuzione del progetto che a distanza di due anni può essere inquadrato in tre canali di merito applicativo: la realizzazione del prototipo di dispositivo compatto in caditoia per il trattamento delle acque meteoriche di dilavamento si è individuata una tecnologia innovativa che consente il trattamento/rimozione degli elementi inquinanti presenti nelle acque di dilavamento all’ingresso in caditoia. Tali prototipi sono stati installati all’interno di siti sperimentali quali: un’autorimessa nella zona industriale di Rende, un piazzale del porto di Gioia Tauro e un’area di parcheggio nel comune di Cerisano. Sui siti sperimentali è attualmente in atto una campagna di monitoraggio e raccolta dati. Per quanto riguarda il modulo di gestione e ottimizzazione delle prestazioni acqua-enedrgia di sistemi a verde pensile in clima mediterraneo, è stata installata una tipologia di copertura a verde pensile sul cubo 46C dell’UniCal attraverso la definizione di una o più configurazioni costruttive ottimali sia dal punto di vista energetico che di gestione degli afflussi meteorici. E’ attualmente in atto la campagna di monitoraggio sulle grandezze climatiche, termo-fisiche ed idrologiche-idrauliche. Il servizio di pianificazione e progettazione del drenaggio urbano attraverso tecnologie sostenibili di riduzione degli afflussi e del carico inquinante ha avuto come obiettivo la progettazione e la realizzazione di un sistema di pavimentazione permeabile innovativo che consenta la riduzione degli afflussi e delle concentrazioni inquinanti provenienti dalle acque di dilavamento stradale, e di una fascia filtro, realizzata con vegetazione autoctona.

In conclusione, sui siti sperimentali – è stato sottolineato nel corso dei lavori – realizzati presso l’Università della Calabria e la città di Palermo, è attualmente in corso una campagna di monitoraggio e campionamento per la misura delle portate idriche in ingresso e in uscita dal sistema, nonché dei dati relativi al controllo degli effetti finali sulle qualità delle acque, con studi sui processi di rimozione dell’azoto e sui diversi ruoli delle specie vegetali ed animali.