Ricerca scientifica, Patriciello: massima tutela per gli animali
"Protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici, l'Italia non ha ancora recepito la direttiva dell’Unione Europea. Dubbi sul decreto italiano di recepimento: viola la stessa direttiva, che è frutto di anni di lavoro e sintesi di equilibrio tra gli interessi dei malati, quelli della ricerca ed i diritti degli animali."
È quanto dichiara l’On. Aldo Patriciello membro della Commissione Itre del Parlamento Europeo, intervenendo sulla prestigiosa rivista sanitaria ‘Aboutpharma’.
“L’Italia è l’unico Paese a non aver ancora recepito la Direttiva in oggetto nonostante sia scaduto il termine utile il primo gennaio 2013. Oltre a ciò – spiega Patriciello – il testo è stato stravolto dalla Camera dei Deputati ed ho manifestato, insieme ai miei colleghi, delle perplessità in merito al decreto legislativo di recepimento che, all’articolo 13, risulta essere in violazione dell’articolo 2 della stessa Direttiva in quanto contenente gravi limitazioni all’attività di ricerca”.
In merito poi alla forte diatriba nata sull’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica Patriciello precisa che: “La Direttiva 2010/63/UE è stata scritta, dopo anni di lavoro, trovando un equilibrio tra ciò che i malati si aspettano, gli interessi della ricerca ed i diritti degli animali. Una disposizione che è un grandissimo passo in avanti nei confronti della tutela del benessere animale da cui dovrebbero prendere esempio anche gli Stati Uniti.
La normativa è molto chiara su questo punto specificando che: anche se risulta essere auspicabile sostituire nelle procedure scientifiche l’utilizzo di animali l’impiego degli stessi continua ad essere necessario per tutelare la salute umana e animale nonché l’ambiente. La nuova direttiva si autodefinisce ‘un passo importante verso il conseguimento dell’obiettivo finale della completa sostituzione delle procedure su animali vivi a fini scientifici ed educativi non appena ciò sia scientificamente possibile.
A tal fine, essa cerca di agevolare e di promuovere lo sviluppo di approcci alternativi’. Secondo gran parte della comunità scientifica per quanto abbiano aiutato a ridurre il ricorso agli animali i metodo alternativi come le procedure di screening di molecole al computer, i moderni metodi di imaging, non sono ancora in grado di sostituire completamente determinati animali che sono molto simili all’uomo.
Nei laboratori e negli istituti di ricerca, poi, esistono i Comitati etici che vigilano sul rispetto della normativa in oggetto. La legge inoltre detta che la ricerca scientifica deve assicurare il miglior metodo in grado di fornire i risultati più soddisfacenti causando il minor dolore, sofferenza o angoscia possibile alla cavia”.