Conferenza di Circosta e Coluccio sulla mancata trasparenza dei congressi di base della FLC Cgil
Si è tenuta a Reggio Calabria, presso la sede del dopolavoro ferroviario, la conferenza stampa convocata da Sonia Circosta, componente della segreteria provinciale della FLC Cgil, Rocco Coluccio, componente del Comitato Direttivo della CGIL del comprensorio Reggio-Locri e Francesco Alati - tutti presentatori del II documento del XVII Congresso della CGIL - per denunciare la grave situazione di mancanza di trasparenza e di rispetto delle regole che si sta determinando nello svolgimento dei congressi di base della FLC Cgil (la categoria dei lavoratori della scuola).
In questi giorni tutte le categorie della CGIL sono impegnate, in tutti i posti di lavoro e nelle camere del lavoro, nelle assemblee congressuali di base per eleggere i delegati al congresso provinciale (sia di categoria che confederale), dal quale usciranno eletti i nuovi organismi dirigenti.
Questo è un momento importante in quanto il congresso è il luogo nel quale si consultano gli iscritti per decidere la linea futura del sindacato. Due sono i documenti congressuali sui quali si svolgerà il confronto: il primo documento, "Il lavoro decide il futuro", vede come prima firmataria Susanna Camusso, il secondo documento "Il sindacato è un'altra cosa", ha come primo firmatario Giorgio Cremaschi.
Il confronto dovrebbe svolgersi in un clima di trasparenza e di lealtà, nel solco della tradizione della CGIL, ma, afferma Sonia Circosta nella sua introduzione, la democrazia e la trasparenza non hanno spazio nel congresso della nostra regione: negli ultimi anni, infatti, la guida della CGIL si è sempre più concentrata nelle mani di una "burocrazia" di funzionari che ha come obiettivo primario quello di salvaguardare e perpetuare le proprie "posizioni ", allontanandosi sempre più dalla base dei lavoratori, che sono sempre meno rappresentati e sempre più sfiduciati.
Poiché la maggioranza che dirige la CGIL, aderente al 1° documento, gestisce tutte le fasi organizzative, decide tempi, luoghi e modalità di aggregazione degli iscritti, ne elabora gli elenchi e custodisce i verbali delle assemblee, può tenere sotto controllo e condizionare tutte le fasi congressuali, arrivando perfino, come è successo a Reggio Calabria, a violare in modo palese il Regolamento.
I comportamenti discriminatori nei confronti dei sostenitori del 2° documento, spiega Francesco Alati, si realizzano innanzitutto attraverso:
• una programmazione delle assemblee organizzate in modo da favorire l'elezione di delegati di una mozione piuttosto che dell'altra (distribuendo gli iscritti e, quindi, il numero dei delegati da eleggere laddove il 1° documento è più forte e riducendo il numero dei votanti - e dei delegati da eleggere - laddove è più forte il 2° documento); un calendario che raggruppa più assemblee nello stesso giorno e alla stessa ora, in modo da renderne estremamente difficoltosa la partecipazione ai sostenitori del 2° documento (che sono tutti lavoratori e non funzionari);
la gestione degli elenchi e dei verbali, costituiti da fogli volanti e non vidimati, che possono facilmente "andare perduti" o essere modificati; la tardiva e confusa comunicazione della convocazione delle assemblee fatta dalla segretaria generale alle scuole, che demanda inspiegabilmente ai dirigenti scolastici il compito di avvertire gli iscritti, inviata a volte il giorno prima delle assemblee (come si può evincere dalla data del fax o della mail), con la conseguente impossibilità, da parte dei lavoratori della scuola, di partecipare.
Inoltre, nella zona jonica, dove il 2° documento può contare su un maggior numero di sostenitori, ma dove si riscontra anche un alto tasso di pendolarismo tra i lavoratori della scuola, le assemblee non sono state convocate - come è avvenuto altrove - di mattina, durante l'orario di servizio - come prevede anche il Regolamento congressuale - quando tutti erano presenti a scuola e avrebbero potuto partecipare facilmente, ma sempre nel pomeriggio e in luoghi scomodi.
Nel comprensorio di Marina di Gioiosa si è votato soltanto di pomeriggio e nella Camera del Lavoro di Mammola, un paese interno a decine di chilometri dai posti di lavoro e dalle residenze dei lavoratori, in un locale di 10 mq (nonostante fossero disponibili locali molto più spaziosi negli istituti scolastici).
Ciò non è avvenuto nella zona tirrenica dove si è votato nelle scuole o in luoghi idonei. "Addirittura a Reggio – prosegue Alati - si è votato nelle scuole di mattina dalle 11 alle 13, e per chi non poteva di mattina, è stata prevista la riapertura dei seggi nel pomeriggio, dalle 16 alle 18”. Altro problema che Alati pone in evidenza sono le continue modifiche al calendario, che mettono in difficoltà chi deve chiedere i permessi per assentarsi dal lavoro.
Rocco Coluccio, invece, affronta il problema della certificazione degli elenchi degli aventi diritto al voto, certificazione prevista dal Regolamento congressuale ma che “non appare da nessuna parte". Non una semplice formalità ma un fatto sostanziale, dal momento che non c'è solo l'elenco dei lavoratori che sono in servizio nelle scuole e la cui iscrizione al sindacato si può facilmente verificare: il problema si pone per i lavoratori precari che non hanno trattenuta sindacale in busta paga (sono le cosiddette "tessere a mano") o che hanno prodotto soltanto una domanda di disoccupazione.
Questi elenchi non sono gestiti dalla FLC Cgil ma dalle Camere del Lavoro, che dovrebbero anche certificarli. Per di più è la segretaria generale (e non l'intera segreteria, come prescrive il Regolamento) che può avere accesso a questi altri elenchi e stabilire in quale assemblea e in quale numero far votare questi "iscritti". Come sono stati convocati questi elettori?
Sandro Vitale, infine, mette in guardia sulle conseguenze negative di questo clima di deterioramento delle regole e del confronto democratico: c'è il rischio che ci sia una Cgil di nominati e non di eletti e questo è l’affossamento della democrazia. "La sconfitta potrebbe essere accettata se solo la maggioranza, che è già maggioranza, rispettasse le regole. E la prima regola di un congresso "normale" è quella di distribuire agli iscritti i documenti congressuali e di convocare tutti gli iscritti affinché possano decidere consapevolmente quale dei due documenti votare". Aggiunge, inoltre: "A quanto mi risulta in questo congresso non è accaduta né una cosa né l'altra".