Dissesto idrogeologico, De Masi: forte consapevolezza della politica
“Una sola cosa, a quel che pare, non viene in mente ai Soloni che affollano le aule della politica, le penombre dei partiti, le stanze dei bottoni: che bastava un po’ di prevenzione per evitare o quanto meno ridurre il danno. O meglio, di prevenzione si parla ma senza far nulla”. Parla ancora una volta di fragilità del territorio italiano e dissesto idrogeologico Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte tra i più competenti e apprezzati d’Europa, in una lettera pubblicata nei giorni scorsi sul quotidiano “La Repubblica”.
“Nel suo intervento dal titolo “Un Paese ignorato”, - sottolinea in una nota stampa il consigliere regionale Emilio De Masi - lo storico italiano e voce critica del nostro tempo, punta il dito soprattutto verso la politica quale principale artefice degli scenari catastrofici che ogni inverno, o peggio ancora, ad ogni semplice pioggia, si ripresentano puntuali in tutta Italia. Smottamenti, alluvioni, frane, erosioni delle coste, danni ingenti al patrimonio storico-artistico, e peggio ancora vittime innocenti, sono infatti secondo Settis, il frutto dell’incapacità di incidere e decidere, progettare e attuare per tempo grandi piani in favore dell’ambiente.
Negare tali responsabilità da parte della politica risulta assai difficile, così come lo è negare anche come spesso i partiti sembrano in generale ispirare le proprie dinamiche e dialettiche congressuali più alla perenne ricerca dell’affermazione di taluni interessi su altri che alla rappresentazione dei bisogni di una comunità, soprattutto quella calabrese, che più di ogni altra regione necessita di coraggioso, coerente ed efficace esercizio di governo.
Tuttavia, alla luce di un parere autorevole come quello di Salvatore Settis, mi conforta oggi l’aver anticipato tali temi nell’incontro regionale promosso pochi giorni fa a Crotone e dal titolo “Un’altra idea di Calabria”. Iniziativa partita proprio da parte della politica e ampiamente condivisa da ordini professionali regionali (architetti, geologi, costruttori, geometri, imprenditori, agronomi e forestali), sigle sindacali e associazioni ambientaliste con l’obiettivo di gettare finalmente solide basi per l’adozione di un nuovo piano di riqualificazione ambientale di tutta la regione.
Una linea programmatica concreta, che insieme intendiamo perseguire celermente già nelle prossime settimane, attraverso la stesura di progetti condivisi capaci di abbandonare il carattere prettamente emergenziale in favore di una prevenzione concreta ed efficace.
Ad avvalorare ulteriormente questo intento ci sono anche le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2011, dopo l’alluvione delle Cinque Terre. “Bisogna affrontare il grande problema nazionale della tutela e delle messa in sicurezza del territorio, passando dall’emergenza alla prevenzione”. Le ha citate anche Salvatore Settis nella sua lettera, e sono al centro del tavolo permanente inaugurato nei giorni scorsi a Crotone con la missione assunta di pervenire ad una proposta che definitivamente qualifichi l’azione del prossimo governo regionale.
Forte è la consapevolezza dell’obbligo da parte della politica, o almeno di quella parte che condivide tale progetto, di aprirsi al contributo di tutte le energie professionali, associazionistiche e civili che abbiano titolo in questa materia, e proprio l’entusiasmo e il proficuo dialogo avviato con tali realtà, mi da la conferma che si sta per avviare metodologicamente e politicamente un processo effettivamente atteso e, probabilmente, in grado di restituire alla Calabria il rispetto che merita.”