Dissesto idrogeologico, De Masi: ripristiniamo territorio e futuro della Calabria

Crotone Attualità

“Ripristiniamo territorio e futuro della Calabria”. Questo il titolo della tavola rotonda ideata e promossa dal consigliere regionale Emilio De Masi con l’obiettivo di avviare un nuovo tavolo tecnico regionale incentrato sulla realizzazione di un grande piano di riqualificazione ambientale calabrese.

L’idea è stata sposata con estremo interesse dagli ordini professionali regionali (architetti, geologi, geometrici, agronomi, industriali ), le associazioni ambientaliste e i sindacati, che dopo una prima riunione preliminare tenutasi nei giorni scorsi si sono ritrovati martedì 28 gennaio presso la Casa della Cultura di Crotone proprio per sugellare questo nuovo patto di condivisione e lavoro su una delle problematiche più gravi dell’intera regione, il dissesto idrogeologico.

“Per quanto semplice – ha esordito De Masi nel doppio ruolo di promotore e coordinatore dell’evento – l’idea è difficile da realizzare, ma la terzietà rispetto alla Politica garantita oggi da professionisti e mondo civile, dimostrano come sia ancora possibile rinnovare un patto di fiducia tra la gente e le classi dirigenti, che ora più che mai hanno il dovere di rispondere alle esigenze reali dei territori”.

E se da quanto emerso durante il dibattito, una delle esigenze primarie della Calabria è proprio quella di una nuova difesa del territorio e quindi della sicurezza ambientale, secondo De Masi e tutti gli attori coinvolti nella discussione, l’unico strumento utile per raggiungere tale obiettivo rimane quello della prevenzione, troppo spesso trascurato in favore di una politica legata alle emergenze.

“Reperire le risorse per interventi di prevenzione ma anche per progetti più complessi – ha sottolineato ancora Emilio De Masi – non è impossibile, soprattutto grazie agli aiuti che possono arrivare dalla Comunità Europea, che promuove e privilegia spesso interventi in favore della tutela dell’ambiente“.

Ecco perché si guarda con interesse alle nuove risorse previste per le annualità 2014/2020, ma come spiegato dagli rappresentanti degli ordini professionali, occorre da subito aggiornare e attualizzare il Pai (Piano di assetto idrogeologico), di cui la Regione Calabria si è dotata nel 2001 ma che appare ormai obsoleto al fine di programmare con precisione interventi di salvaguardia del territorio. Su tale tematica ha posto l’attenzione Francesco Fragale, presidente regionale dell’ordine dei geologi, il quale ha anche ha sottolineato l’urgenza di dotare l’intera regione di nuovi strumenti di presidio e controllo, al fine di individuare le criticità e gli interventi necessari.

Per tale ragione, come rivendicato anche dal presidente dell’ordine degli ingegneri di Crotone Roberto Federico, appare evidente il ruolo fondamentale e il principio di responsabilità che devono assumere i tecnici nelle varie fasi di progettazione di opere di urbanizzazione e lottizzazione: ovvero quello di essere soprattutto al servizio della collettività e delle istituzioni, al fine di realizzare opere che non contrastino con la sicurezza dei territori. Impegno dichiarato a riguardo anche negli interventi di Francesco Cava presidente di Ance Calabria, Enzo Talotta, presidente regionale degli agronomi e forestali, Antonio Amodeo per l’ordine degli architetti e Anna Oppido, presidente del collegio dei geometri di Crotone.

L’intento dichiarato da questa nuova rete di collaborazione è dunque proprio quello cambiare il metodo di progettazione per il risanamento ambientale della regione, attraverso interventi che superino quelli emergenziali in favore del principio della prevenzione. Lo hanno sottolineato chiaramente anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, che spesso con pochi mezzi e pochi uomini si ritrovano a dare sostegno in situazioni che si potrebbero evitare concretamente e con poche risorse economiche.

Lotta estrema all’abusivismo e alle lottizzazioni inutili, maggiore manutenzione ordinaria di fiumi e canali, stop ai commissariamenti e alla cementificazione selvaggia delle coste, sono stati i punti toccati da Francesca Travierso a nome di Legambiente Calabria e ribaditi anche da Teresa Liguori, vice presidente nazionale di Italia Nostra. Filippo Sestito invece, presidente della Rete delle associazioni, ha sottolineato l’importanza dell’avvio di questo nuovo tavolo di lavoro, che per la prima volta tiene conto dei pareri e degli apporti nono solo professionali degli ordini interessati, ma anche della società civile che da tempo denuncia le gravi condizioni ambientali in cui versano tutti i territori calabresi.

Un appello ad un maggiore senso di responsabilità e coraggio nell’investire nei campi della ricerca, della formazione e dell’agricoltura invece è stato avanzato dai segretari regionali dei sindacati Michele Gravano (Cgil) Paolo Tramonti (Cisl) e Mimmo Tomaino, segretario provinciale Uil.

Tomaino in particolare ha posto l’attenzione su quelli che a suo avviso, in Calabria rappresenterebbero i grandi impedimenti al varo di progetti efficaci in favore dell’ambiente, ovvero le infiltrazioni mafiose nelle gare d’appalto, l’incapacità di una progettualità concreta e di reperire per tempo i fondi, e la nota e già denunciata tendenza ad utilizzare alcuni apparati lavorativi come bacino di voti politici che, secondo Tomaino, non farebbero altro che contribuire al disastro ambientale della Calabria.

“Una delle ragioni della disaffezione della gente nei riguardi della Politica – ha aggiunto a riguardo Emilio De Masi - sta proprio nella dicotomia che esiste tra la capacità di stendere un progetto e l’incapacità poi di attuarlo. È questa la tendenza che bisogna invertire la tendenza, e a mio avviso la condivisione di questo nuovo progetto condiviso ci suggerisce che forse siamo sulla buona strada per dare alla Calabria un risanamento, dapprima delle classi dirigenti e quindi anche dei territori”.

Dello stesso avviso anche dai altri consiglieri regionali Francesco Sulla, Mimmo Talarico e Mario Maiolo, i quali hanno partecipato all’evento. Lo stesso Maiolo, già assessore alle Politiche Comunitarie, del suo intervento di chiusura della tavola rotonda ha posto l’attenzione proprio sulla necessità di una vera e propria scelta di rottura politica di vecchi schemi legati alle concezioni partitistiche dei temi dello sviluppo, in nome di un cambiamento culturale e sociale della Calabria.

Come stabilito dai presenti alla tavola rotonda, il primo atto di questa nuova collaborazione tra Politica, ordini professionali, associazioni e sindacati, consisterà nella raccolta di tutti i contributi forniti durante questa prima discussione in un dossier programmatico su cui stabilire interventi futuri e strategie di programmazione nel campo della forestazione, della pianificazione e riqualificazione urbana e dell’edilizia ecosostenibile.

All’incontro sono intervenuti anche Sabrina Gentile, presidente dei giovani di Confindustria, Roberto Torchia, presidente del consorzio di bonifica crotonese e Raffaele Falbo, segretario provinciale Cgil e l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Crotone Emilio Candigliota.