Agroalimentare: Tripodi, ricorso comune Reggio lascia increduli
"Dopo la discussione in città e in Consiglio regionale, sul rilancio dell'agroalimentare, rimango incredulo per le notizie trapelate in queste giorni, secondo cui la terna Commissariale alla guida del Comune di Reggio Calabria, avrebbe proposto ricorso al Consiglio di Stato avverso l'ordinanza del Tribunale amministrativo della Calabria, sezione di Reggio, con la quale veniva sospesa l'efficacia dell'ordinanza di sgombero notificata il 9 ottobre 2013 agli operatori commerciali all'ingrosso che utilizzano i magazzini del centro agroalimentare di via Mortara, dove si erano trasferiti dal novembre 2011, lasciando i fatiscenti locali di via Aspromonte, peraltro, oggi demoliti". E' quanto afferma in un' interrogazione a risposta immediata rivolta agli assessori competenti, Demetrio Arena (Attività produttive) e Michele Trematerra (Agricoltura) il consigliere regionale Pasquale Tripodi, (Misto - Centro democratico). "L'ordinanza del Tar di Reggio Calabria - dice - muoveva dal fatto che un pubblico servizio, qual è il commercio ortofrutticolo all'ingrosso, istituito e gestito dal Comune di Reggio Calabria con delibera del Commissario prefettizio n. 699 del 16 agosto 1959, non poteva essere soppresso senza un' adeguata e motivata delibera di revoca. Attraverso il ricorso al Consiglio di Stato - continua Tripodi - i Commissari prefettizi fanno sapere che 'l'eventuale sgombero delle aree occupate abusivamente non comporta certamente il venire meno delle attività commerciali e di vendita, atteso che ogni commerciante può liberamente fissare la sede dello svolgimento delle proprie attività secondo criteri di liberalizzazione ribadite nel nostro ordinamento dal Dl 26 marzo 2010 n. 59'. Ai Commissari - prosegue Pasquale Tripodi - sfugge evidentemente il concetto ed il valore del mercato inteso come complesso delle contrattazioni e degli scambi relativi ad un determinato bene che in economia indica il luogo (anche in senso figurato), ed, al contempo, anche il momento in cui vengono realizzati gli scambi economico-commerciali di materie prime, come previsto e regolato dalle norme contenute nella legge 25 marzo del 1959 n. 125 e s.m.i. Così come sfugge - dice ancora Tripodi - che la soppressione, pure temporanea, di tale attività mercatale a Reggio Calabria equivale a sopprimere definitivamente i Mercati Generali, atteso che i flussi commerciali, verso Reggio e da Reggio, troverebbero altri canali e sbocchi in direzione di altri mercati, con danni irreversibili per il sistema commerciale cittadino".
parere del consigliere regionale "tutto ciò, confligge con la storica posizione di tutte le amministrazioni comunali di Reggio Calabria che hanno voluto, nel 1952, la sede di via Aspromonte e, che sul finire degli anni '90, hanno avviato la realizzazione della nuova sede di via Mortara. Ed e' proprio questo dato inconfutabile - sostiene Pasquale Tripodi - che non ha consentito alla terna commissariale di eseguire l'ordinanza di sgombero del 9 ottobre 2013 ed accettare le indicazione emerse nel corso delle riunioni tenutesi in prefettura, ovvero, di cercare spazi alternativi a via Mortara per dare continuità alle attività mercatali. Allo scopo, sono stati eseguiti sopralluoghi in alcuni spazi attrezzati nell'hinterland cittadino per un trasferimento temporaneo degli operatori in attesa dell'ultimazione dei lavori del centro di via Mortara. In tal senso anche l'ordinanza del Tar di Reggio Calabria, fa obbligo al comune di Reggio di assicurare una collocazione alternativa, anche temporanea, in attesa del completamento di via Mortara". "La stessa ordinanza - prosegue Tripodi - pone l'obbligo che venga accertato il titolo all'assegnazione di un posteggio da parte degli attuali occupanti 'abusivi', e nelle more, pone l'obbligo di adottare le misure urgenti di tipo tecnico che siano ancora necessarie ad assicurare la sicurezza delle strutture con specifico riferimento al servizio idrico, all'impianto antincendio, e ad altre inconvenienze che dovrebbero sussistere o insorgere per assicurare il completamento degli interventi ed il collaudo finale della struttura. Tutto ciò,entro il termine del 30 giugno 2014. A questo punto viene da chiedersi: come hanno agito finora i Commissari del Comune e quali i provvedimenti posti in essere per dare seguito alle disposizioni contenute nell'ordinanza del Tar? Per non dire dei disagi sociali ed economici che deriverebbero dall'applicazione di un insensato provvedimento di chiusura della struttura di Via Mortara, con il fallimento di 40 aziende cui fanno capo centinaia di nuclei familiari, che non avrebbero più un reddito, ne alcuna alternativa occupazionale, oltre una inevitabile lievitazione dei prezzi al consumo dei prodotti agroalimentare a carico dei cittadini, ed un danno ai piccoli e grossi produttori agricoli locali, che, ovviamente si vedrebbero improvvisamente negata la commercializzazione dei loro prodotti. Detto ciò, occorre interrompere l'iter del dissennato ricorso al Consiglio di Stato e dare corso alle attività di completamento della struttura di via Morta, come, peraltro, indica la impugnata ordinanza del Tar di Reggio Calabria. Infine - dice Tripodi - della questione impegnerò anche il mio partito a livello nazionale a presentare una interrogazione parlamentare sulla vicenda".