Beni culturali, si interviene solo dopo le emergenze. Quale prevenzione per Capo Colonna?
“L’ondata di maltempo che ha recentemente colpito la costa jonica della Calabria ha causato non solo gravi danni all’ambiente ma ha messo a rischio la sopravvivenza di una parte del patrimonio culturale della regione.
Particolarmente difficile la situazione del sito archeologico dell’antica Kaulon, nel territorio di Monasterace (RC), situato a poca distanza dal mare e vicino alla strada SS. 106 jonica.
Le forti mareggiate hanno causato il crollo parziale delle mura e del basamento del tempio, ormai lambiti dal mare, mettendo in pericolo un bellissimo mosaico ellenico, che si trova nella sala termale della cosiddetta Casa Matta, ambiente ribattezzato ''La sala dei draghi e dei delfini'', datato tra la fine del IV ed i primi decenni del III sec. a.c.
Nel dicembre scorso, dopo che una mareggiata aveva distrutto le dune del litorale, barriera naturale a protezione del sito, era scattato l’allarme per la sicurezza dell’area. Erano stati così approntati alcuni interventi a difesa del litorale, risultati poi del tutto inadeguati e provvisori. Da notizie di stampa, si apprende che sono stati appena stanziati dal MiBACT 450 mila euro per un recupero parziale degli scavi.
L’esperienza negativa del passato evidentemente non ha insegnato granchè. Come è successo per il parco archeologico di Sibari quando, esattamente un anno fa, il fiume Crati ha esondato allagando e ricoprendo di fango gran parte del sito, così anche per il parco di Kaulon nessuna prevenzione è stata fatta per evitare che l’erosione marina procedesse, come è successo, sommergendone una parte ben consistente. Di conseguenza, come per Sibari, ancora una volta si interviene a disastro avvenuto. - È quanto si legge in una nota congiunta di Teresa Liguori, Italia Nostra Crotone e Vincenzo Fabiani, Gruppo Archeologico Krotoniate -
La stessa cosa potrebbe accadere al parco archeologico di Capo Colonna, il cui promontorio è soggetto da tanti anni a fenomeni di erosione marina che stanno scavando buona parte della falesia e che hanno causato il crollo di una porzione dell’area archeologica situata a picco sul mare.
Un patrimonio storico-artistico e paesaggistico che si sta perdendo in modo definitivo, se non si programmeranno degli interventi strutturali mirati al consolidamento della falesia e delle aree archeologiche più a rischio.
Per salvare il sito archeologico di Kaulon, oltre agli stanziamenti ordinari per fermare l’emergenza, sono stati previsti costosi e complessi interventi straordinari, con la realizzazione di barriere profonde a mare, opera maestra prevista per ottobre 2014, finanziata dalla Regione Calabria con uno stanziamento di 2,5 milioni di euro.
Italia Nostra auspica che, in un futuro non lontano, per tutti i numerosi siti archeologici della Calabria non si debba più intervenire in fase di emergenza ma sia programmata e finanziata un’opera costante di manutenzione e di controllo.
Per non dover poi intervenire a disastro avvenuto, quando parte del patrimonio di arte, cultura, storia e paesaggio è scomparso per sempre. E non sarebbe la prima volta.”