Provincia Vibo, Cavallaro (Cisal) spiega il fallimento della gestione Ciclosi
“L’avvilente dramma che sta vivendo il territorio di Vibo Valentia, soprattutto sotto l’aspetto socio economico, occupazionale, ambientale e dei servizi, passa certamente anche attraverso il clamoroso fallimento raggiunto dalla Commissione straordinaria della Provincia che ha “coniato” per la popolazione vibonese, a suggello della sua riconosciuta e collaudata incapacità manageriale ed operativa, un ruolo ed una funzione che non si addicono alle legittime aspirazioni di una realtà che non dimentica il suo passato e la sua notevole e spiccata tradizione storica. - È quanto si legge in una nota del Segretario Generale della Cisal (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori Autonomi), Francesco Cavallaro -
Chi sperava che l’evento Commissariale potesse aiutare l’Ente di Palazzo ex Enel a superare la crisi determinata dal crollo del sistema politico amministrativo ha fatto male i conti perché la nuova articolazione commissariale intervenuta nelle premesse a salvare l’Ente è servita a penalizzare sonoramente attese e speranze di un territorio che avrebbe meritato ben altra attenzione.
In sostanza - scrive ancora Cavallaro - la politica del risparmio del bilancio che avrebbe dovuto essere l’obiettivo preminente della gestione commissariale è finita presto alle ortiche. Ma quel che più ha preoccupato è che la cultura dei rimedi alla crisi politica, dell’ordine e della rivisitazione del sistema operativo della struttura istituzionale è venuta meno in tutti i suoi aspetti più fondamentali.
Una condizione che ha pesato moltissimo nelle riflessioni dell’opinione pubblica vibonese che non ha mai condiviso, in via prioritaria, lo sperpero che si è determinato in seguito ai lauti stipendi disposti per una Commissione Straordinaria che, nella sostanza, ha fallito in pieno il suo obiettivo.
Chiamata, in ogni caso, a riparare i gravi danni conseguenziali al solito vecchio e superato modo di far politica, la Commissione nominata dal Viminale avrebbe dovuto, come nelle aspettative di tutti i cittadini, saper interpretare, affrontare e risolvere la via crucis dei problemi che hanno via via affossato, soprattutto economicamente, l’Ente è precipitato in un default finanziario senza precedenti.
Merito del prefetto Mario Ciclosi, Invitato dal Ministero dell’Interno a “…miracol mostrare”, che ha, invece, evidenziato una assoluta incapacità organizzativa e amministrativa rendendosi protagonista di una deludente e assurda conduzione che ha finito col mettere in ginocchio gli obiettivi di un territorio che avrebbe dovuto conoscere un nuovo percorso utile a ridare respiro ad una società che aveva creduto nell’effetto provincia venuto fuori nel 1992, grazie al noto fuorisacco dell’allora ministro dell’Interno on. Vincenzo Scotti.
Riferendoci - si legge ancora - al sistema operativo dell’Ente Provincia non guasta sottolineare che le prove della sua inefficienza hanno ingenerato tristezza ed esasperazione nel personale che ha sofferto enormemente la scarsa competenza di chi avrebbe dovuto reinventare compiti e servizi, aggiornare e formare dipendenti pressoché demotivati e sempre vittime di ritardi nei pagamenti, nell’approvazione dei contratti ed in quanto si sperava potesse rappresentare un nuovo ed avanzato modello d’impegno professionale.
Chi pensava che il metodo Ciclosi permettesse al personale tutto di rimodulare in maniera più moderna e più avanzata la propria attitudine professionale in risposta alla domanda di servizio ha dovuto ricredersi.
Inoltre se la classe dirigente della Provincia non ha mai brillato sul piano di nuovi e più preminenti obiettivi produttivi lo si deve all’inconcludente regia di un Commissario Straordinario che non ha mai avuto la capacità di affidarsi ad una strategia di lavoro pronta ad evitare sempre maggiori sofferenze alla sua autonomia finanziaria.
D’altra parte cosa pretendere da una gestione che ha dimostrato debolezze operative anche nell’incasso degli utili sui servizi resi all’utente? Sul piano più complessivo della sua iniziativa c’è, comunque, da dire che Mario Ciclosi, non è mai apparso indifferente alla visibilità e alla cultura dell’enunciazione, apparendo quasi sempre lontano dai reali obiettivi di un Ente in seria difficoltà economica ed organizzativa e che avrebbe avuto bisogno alla sua guida di un manager pronto ad intuire i più immediati problemi e le più impellenti necessità, offrendo una soluzione di tutto rispetto nel campo della rete dei servizi.
Del resto che la gestione commissariale abbia fatto acqua da tutte le parti lo si capisce anche dalle deboli intuizioni registrate di fronte agli eventi alluvionali, ai dissesti idrogeologici e alle gravi conseguenze determinate dalle calamità naturali.
Così come è importante ricordare la sempre più precaria condizione delle scuole che non è riuscita a fare uscire i genitori degli studenti dal disagio e dalle difficoltà incontrate tutti i giorni.
Tutto questo vuol dire che Mario Ciclosi ha avuto grandi difficoltà a mettere ordine in tutti i settori operativi dell’Ente.
Crediamo che proprio per questo giudizio politico che abbiamo espresso sulla sua attività a Vibo Valentia si sia guadagnato sul campo l’appellativo di “imperatore dei fallimenti”, tenendo presente che nessuno, probabilmente, avrebbe fatto peggio di lui.
Del crack alla Provincia non può non prendere atto la massima autorità territoriale di governo cui spetta, certamente, intervenire nella consapevolezza che un pronto e concreto segnale del Prefetto, dott. Giovanni Bruno, non può che aiutare l’Ente ad uscire fuori dal guado.
D’altra parte - conclude Cavallaro - lo stesso Prefetto, sin dal suo insediamento, non ha mancato di far pervenire il suo garbato appello ad Enti ed Istituzioni affinché nel territorio di Vibo Valentia venga ripristinata la più piena legalità e garantita la massima sicurezza ai cittadini. Ecco perché diventa giusto che la gente, dopo tanto disastro, chieda a Mario Ciclosi il conto del suo operato. A incominciare dal futuro dei lavoratori dipendenti che ha apparso sempre più buio e preoccupante.”