‘Ndrangheta: gip, ad arrestato licenza per minicasinò area expo

Reggio Calabria Attualità

Operava anche in una delle zone interessate all'Expo, l'associazione a delinquere legata alla potente cosca di 'ndrangheta dei De Stefano di Reggio Calabria sgominata dalla DDa della Procura di Milano.

In uno dei passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare destinata a 15 persone, molti dei quali appartenenti alla famiglia dei Valle, e firmata dal gip Giuseppe Gennari, si legge: "La totale condivisione di interessi tra A.M (ndr imprenditore attivo nel campo immobiliare) e i Valle emerge anche in data 23 gennaio 2009, quando Valle ha contattato A.M per avvisarlo di aver ottenuto dal Comune di Pero le licenze per aprire un 'mini casinò, una discoteca ed anche attività di ristorazione, in quanto in quella zona il Comune, in virtù del prossimo Expo, aveva intenzione di riqualificare l'area. Tutto cio' e' avvenuto anche grazie all'amicizia con Davide Valia (ndr assessore al Comune di Pero)".

L'organizzazione "mafiosa a carattere familiare" aveva come 'quartier generale' una masseria in cui le vittime venivano picchiate e intimide. Nessuna di queste vittime ha denunciato i suoi aguzzini.

Il gip Giuseppe Gennari scrive che l'associazione "legata alla potente cosca di 'ndrangheta dei De Stefano di Reggio Calabria, operante da anni sul territorio di Bareggio, Cisliano, Milano e province limitrofe, aveva stabilito la base logistica nella proprieta' "La Masseria", a Cisliano predisposta come bunker, munita di sofisticate apparecchiature di sicurezza (telecamere, sensori, impianti di allarme, etc.) in modo da impedire l'accesso a terzi e di prevenire qualunque intrusione da parte delle forze di polizia".

In questa masseria, stando sempre alle parole del gip, i debitori venivano "intimiditi e picchiati". Il capo dell'organizzazione e' stato individuato nel 73enne Francesco Valle che, insieme ai figli Angela e Fortunato, si occupava di "erogare i prestiti in denaro alle vittime di usura, di concordare i tassi di interesse, di riscuotere gli interessi usurari attraverso attivita' di intimidazione, estorsive e violente; di effettuare gli investimenti in attivita' immobiliari, bar, ristoranti e di individuare i prestanome a cui intestare fittiziamente gli esercizi commerciali e le quote societarie".

Nell'ordinanza di custodia cautelare per 15 persone viene citato il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà. In un'intercettazione telefonica del 24 aprile 2009, uno degli arrestati, Riccardo Cusenza, imprenditore candidato ma non eletto alle elezioni nel comune di Cormano (Milano) per Forza Italia, afferma di essere "culo e camicia" con Podesta'.

Ecco la conversazione riportata dal gip Giuseppe Gennari tra Cusenza e Massimo. Cusenza: "Vedi che dobbiamo fare i numeri a Cormano" Massimo "dobbiamo fare? magari c..." Cusenza "forse non hai capito con chi mi candido. Chi e' il presidente dove mi candido io". Massimo "eh". Cusenza "non ho capito, prendiamo la (inc.) a Cormano non e' per pochi eh?!" Massimo "eh no speriamo. ma con chi, con Podesta'?" Cusenza "con Podesta', bravo! siamo culo e camicia. Adesso verra' all'aperitivo che organizziamo a Cormano, vediamo di organizzarlo da qualche cinese che mio cugino ha detto che mi da anche lui una mano" Massimo "eh!" Cusenza "un paio di calabresi famiglie mi danno una mano, vediamo di fare un po di numeri che entriamo in un buon giro anche politico." Massimo "speriamo Ricky. Io qua l'unica cosa che posso fare... che qua conosco veramente tanta gente" Cusenza "ok ti do il materiale e vediamo".

Cinque le vittime accertate dell'usura del clan calabrese, sgominato dall'indagine. In piu' sono stati scoperti 17 casi di prestito abusivo di denaro. Tuttavia si pensa che le vittime siano molte di piu'. Le somme prestate variano dai 20mila ai 250mila euro, con un tasso di interesse del 20%.

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