Reggio: deve espiare pena, torna in carcere il “boss” Carmine De Stefano
Questa mattina il personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha tratto in arresto Carmine De Stefano, di 47 anni, nato a Reggio Calabria, ritenuto esponente di primissimo piano della omonima famiglia di ‘ndrangheta, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Reggio Calabria che ha ordinato il ripristino di una precedente carcerazione per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti.
De Stefano dovrà scontare un residuo pena di 2 anni, 9 mesi e 28 giorni di reclusione, determinati con ordinanza del 29 gennaio scorso, della Corte di Assise e d’Appello di Reggio Calabria per i delitti commessi tra la Calabria e Milano nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta, insieme a Giuseppe Germano ed al suocero Franco Coco Trovato, considerato referente della cosca nella sua proiezione in Lombardia.
L’esponente della cosca De Stefano, figlio del defunto don Paolino, capo indiscusso della ‘ndrangheta reggina, la cui uccisione, avvenuta nell’ottobre del 1985, scatenò la seconda guerra di mafia, era latitante dall’ottobre del 1994, quando si sottrasse ad un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Milano per gli stessi delitti sopra indicati.
Successivamente fu rinviato a giudizio per associazione mafiosa e duplice omicidio nel noto processo “Olimpia” che ha segnato una tappa storica nella lotta alla mafia reggina e condannato con sentenza della Corte di Assise di Reggio Calabria del 19 gennaio 1999, per la sola associazione mafiosa, alla pena di anni 8 di reclusione, ridotti in Appello a 4 anni e 8 mesi.
La latitanza di De Stefano, inserito nell’elenco stilato dal Ministero dell’Interno dei ricercati pericolosi, è terminata l’8 dicembre2001, quando il personale della Squadra Mobile reggina, a seguito di un blitz, lo catturò all’interno di un appartamento del popolare quartiere Arghillà di Reggio Calabria.
Il 47enne era stato scarcerato lo scorso giugno per fine pena ed era stato sottoposto alla Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Reggio Calabria.
Adesso la Procura Generale della Repubblica di Reggio, a seguito di vari ricorsi, anche per Cassazione, relativi all’applicazione dell’istituto del reato continuato, all’esito dei quali si è stabilito che De Stefano doveva scontare una pena rideterminata, per tre sentenze di condanna (Milano e Reggio Calabria), in 18 anni, 3 mesi e 14 giorni di reclusione e di interdizione perpetua dai pubblici uffici, ha disposto una nuova carcerazione in virtù del calcolo tra quanto da lui finora scontato e la pena inflittagli.