Verdi: “Cosenza soffocata dai rifiuti, altro che città europea”
“Cosenza Invasa dai Rifiuti! Non è la prima volta e – ne siamo convinti - non sarà l’ultima se si continuerà a perseverare con la logica del rinvio e la dilatazione dei tempi per l’implementazione di un sistema di raccolta differenziata domiciliare spinta. Senza fare ciò non possiamo dare la colpa agli altri quando un servizio di pubblico interesse, nel proprio comune, non funziona a dovere”.
E’, questo, il pensiero congiunto che il portavoce e la co-portavoce dei Verdi Ecologisti della Calabria, Aurelio Morrone e Elisa Romano, hanno inteso formulare riguardo alla ‘Questione Rifiuti’nella regione, con particolare riferimento alla Città di Cosenza.
“Perché erogare, regolarmente, il servizio della raccolta dei rifiuti – sostengono Morrone e Romano - è prerogativa esclusiva dell’Ente Locale e nessun altro Organismo ha competenza. Se le cose non vanno, la causa va ricercata nelle proprie, volute o non volute, incapacità di organizzare il Servizio in esame. E non è nemmeno una questione di soldi – spiegano i responsabili dei Verdi calabresi - poiché i cittadini pagano salato e sempre il servizio, anche quando questo non viene assicurato a dovere, come sta avvenendo in questo periodo. Si tratta di applicare le principali regole, che valgono per tutta l’Europa, ben scritte in una Direttiva sui Rifiuti che è stata recepita dall’ordinamento nazionale e che, con molta semplicità, indica la strada che ogni Stato, e quindi le appendici istituzionali territoriali, deve percorrere nei modi e nei tempi previsti. L’UE - da tempo - ha fissato una precisa gerarchia nel modo di procedere, consigliato per evitare che i rifiuti diventino una bomba ad orologeria come sta avvenendo puntualmente in Calabria”.
“Al primo punto – informano Morrone e Romano - la Direttiva indica espressamente di non produrli. Il secondo punto riguarda il riutilizzo degli oggetti, per far sì che la produzione dei rifiuti venga evitata in modo strutturale, dal momento che l’uscita dal ciclo dell’uso risulta notevolmente rinviata, come nel caso delle bottiglie di vetro non a perdere. Una volta ridotta il più possibile la produzione di rifiuti, conviene utilizzarli (terzo punto della priorità gerarchica) come fonte di materia che prende il posto della materia vergine, con notevoli vantaggi ambientali ed energetici. Solo quando tutti questi passaggi sono stati compiuti la direttiva europea prevede che è possibile inviare i rifiuti al recupero energetico e, in ultima istanza, in discarica una volta trattati”.
“Purtroppo, il senso della gerarchia da noi è invertito! Si parte direttamente dalla discarica. Le cose nella nostra realtà – rilevano ancora i portavoce dei Versi - stanno cosi, quindi è inutile spostare l’asse della problematica su altri aspetti, quali quelli del campanilismo o appartenenza politica. Qui c’è una mancanza di applicazione della norma, che – ricordiamo - non è facoltativa ma obbligatoria, che si perpetra da tre lustri. Si abbia il coraggio di richiedere con decisione, da parte dei cittadini, lo scioglimento ed il commissariamento dei consigli comunali che non rispettano le leggi, che non avviano la raccolta differenziata e non raggiungono gli standard d’efficienza del servizio richiesti. Ricordiamo,con l’occasione, che le oltre 300 vecchie discariche sono dei siti ad alto rischio ambientale per la salute dei cittadini e che aspettano di essere bonificate”.
“Aggiungerne delle altre – concludono Aurelio Morrone e Elisa Romano - come sta avvenendo a Celico ( un comune dell’hinterland cosentino ad alto indice di montanità, alle porte della Sila), significa aggravare la già precaria situazione, dilatando nel contempo il numero di siti già esposti ad una rilevante criticità ambientale”.