Taglio alberi Serra San Bruno, Verdi: assurdo burocratismo senz’anima
“Ancora una volta la Calabria balza agli onori delle cronache per la cattiva gestione in tema di politiche ambientali e, soprattutto, per la mancanza di buon senso dei suoi amministratori. Come se non bastassero le armi chimiche a Gioia Tauro e il problema dei rifiuti che, come Verdi, ci vede quotidianamente sul piede di guerra.
La notizia, che ha immediatamente fatto il giro dei social network, sulle testate nazionali e provocato un prevedibile torrente di proteste, è di quelle incredibili: il Comune di Serra San Bruno non ha trovato di meglio da fare, per battere cassa, che mettere all’asta tre lotti boschivi del demanio comunale. Potrebbe sembrare una procedura normale, non fosse che quei tre lotti fanno parte del Parco Naturale Regionale delle Serre, un sito che come tutti sappiamo è d’importanza comunitaria.
Un atto condannabile e a dir poco inappropriato a cui l’Amministrazione di Serra ci ha già abituati in quanto negli ultimi mesi hanno disposto il taglio di migliaia di alberi con tutto ciò che questo comporta sull’assetto del territorio favorendo il dissesto idrogeologico e che mette di fatto a rischio esemplari rari e secolari.
Una scarsa sensibilità che ci lascia perplessi e allibiti e che dimostra ancora una volta una inadeguatezza e, in questo caso l’inesistenza, dell’attuare politiche di tutela ambientale nei territori. Da sempre è nota la mancanza di una legge forestale regionale, di un quadro normativo certo e definito capace di permettere una reale ed effettiva tutela del patrimonio ambientale Calabrese.
Tanto è vero che il Comune di Serra San Bruno, pur avendo un Piano di gestione forestale, ha deciso da se che essendo demanio comunale poteva disporne il taglio in maniera autonoma e senza sentirsi per nulla vincolato a qualsivoglia vincolo di natura ambientale e paesaggistico. Per il segretario regionale dei Verdi Elisa Romano “ Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un vero e proprio crimine contro la salvaguardia del territorio e delle sue bellezze paesaggistiche nonché delle risorse socio-economiche. Come dimostrano questi gesti non si ha ancora la cultura e la capacità di creare un’economia fondata sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico”.
Aggiunge “Dalle notizie dell’ultima ora sembra che gli amministratori artefici della scellerata iniziativa abbiamo “tranquillizzato” tutti dicendo che ad essere eliminato non sarà l’esemplare da guinness di abete bianco ma che saranno tagliati “solo” altri 2603 alberi del Bosco Archiforo, nel cuore del Parco delle Serre.
Tutto ciò appare oltre un paradosso a noi VERDI che da più DI UN ANNO denunciamo sulla stampa e attraverso iniziative stiamo sollecitando gli amministratori al rispetto di un’apposita legge ovvero quella del 14 gennaio 2013 che impone ai Comuni il censimento, la salvaguardia e la valorizzazione degli alberi monumentali; uno strumento atto a tutelare e difendere il patrimonio boschivo che già risente delle azioni illegali (incendi e tagli indiscriminati) e non ha certo bisogno di essere messo sotto attacco proprio da quelle istituzioni che dovrebbero essere preposte alla sua tutela. Questa legge appare inoltre uno strumento efficace per frenare l’abusivismo edilizio che sta imperando nelle Città”.
Di fronte a questa vicenda tanto varrebbe chiedersi a cosa servano allora i Parchi e le aree protette. Paradossale, inoltre, è che mentre nel resto d’Italia Parchi e Riserve naturali sono utilizzate per incrementare turismo e conseguente occupazione in Calabria si tenti di far cassa con l’eliminazione di queste attrattive. Un vero mix di incompetenza politico-amministrativa che potrebbe infliggere un duro colpo al patrimonio boschivo calabrese, che è fra l’altro uno dei più grandi d’Italia.”