Reggio, convegno “Maschio o femmina: una realtà o una scelta?"
L’auditorium don Orione, gremito come poche volte, ha accolto Massimo Gandolfini, ordinario di Neurologia e Neurochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, perito della Consulta Medica della Congregazione Vaticana per le cause dei Santi, Vicepresidente di “Scienza & Vita” e presidente dell’Associazione Lombarda dei Medici Cattolici.
Gandolfini, invitato dall’Ufficio Famiglia Diocesano e dall’Associazione Famiglie Numerose, è stato il relatore principale del Convegno “Maschio o femmina: una realtà o una scelta? Le teorie gender e l’attacco alla famiglia…quale futuro?”, svoltosi ieri alla presenza di Mons. Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria.
Nonostante il ritardo di oltre un’ora, dovuto ad imprevisti accaduti durante il viaggio, Gandolfini ha avuto occasione di incontrare moltissimi fedeli dell’Arcidiocesi che lo hanno atteso con pazienza. Sorprende che i partecipanti del Convegno fossero per lo più giovani, provenienti da svariate zone dell’Arcidiocesi legati a diverse realtà associative diocesane.
Don Simone Gatto ha aperto i lavori: “La teoria del gender è una questione delicata ed attuale che mina fortemente la certezza di un’identità di sesso: la differenza sessuale non si fonderebbe su una realtà biologica, ma il proprio genere diventa una scelta mutabile anche durante l’arco della vita.”
Gandolfini, prendendo la parola, entra subito nel merito della Teoria del Gender e ne propone una lettura scientifica, considerando anche le ricadute sociali e antropologiche.
“Essere maschi o femmina si nasce o si sceglie di diventarlo? Oggi la risposta viene messa in dubbio…secondo la teoria del Gender, un individuo che nasce maschio non è detto che si percepisca uomo”. Eppure nell’utilizzo consueto del termine “sesso” vi è chiarezza assoluta: la parola “sesso” deriva da “sectio”, che significa, settare, definire, distinguere. I sessi venivano e, scientificamente ancora oggi vengono distinti da alcune differenze genetiche e fenotipiche, che cioè riguardano gli aspetti fisici delle persone.
La ricchezza cromosomica dell’uomo è ineguagliabile su tutta la Terra. “L’uomo ha una ricchezza che lo distingue da tutti gli altri esseri viventi: è il patrimonio genetico di 46 cromosomi. Le scimmie, dalle quali secondo gli evoluzionisti discendiamo, non hanno 46 cromosomi. Questa differenza rappresenta ancora la questione insoluta della teoria dell’evoluzionismo”.
Il professore Gandolfini dimostra, inoltre, che la differenza sessuale non riguarda soltanto i caratteri genitali, ma interessa in modo preponderante anche il cervello: il cervello maschile e quello femminile differiscono sia nei processi di lateralizzazione che nelle connessioni interemisferiche.
“Secondo la teoria del gender il genere non è legato al sesso, perché il genere è una scelta e dunque anche gli atteggiamenti sono legati al genere”. Ogni persona può essere di un sesso qualunque, maschio o femmina, ma può scegliere di appartenere ad un genere diverso. E tale scelta può variare nel corso della vita.
“Attualmente i generi identificati sono 5: Gay, Lesbian, Bisexual, Trans e Queer. Sempre più spesso si sente parlare di “sesso fluido”, e addirittura la rivista “The Guardian” si è fatta promotrice dell’eventualità di riconoscere come genere anche la pedofilia…abusare di un minore potrebbe diventare un orientamento sessuale”.
Ancora, secondo la Teoria Gender noi nasciamo “maschio o femmina” ma ciò che determina il nostro comportamento sessuale è il contesto attorno a cui viviamo. A tal proposito il professore Gandolfinisi riferisce al Caso Money e contesta con tenacia, provando coi fatti le sue posizioni, come il contesto sociale non può influire sulla identità sessuale di ciascuno.
Gender Feminism: la maternità è l’oppressione della donna. Ecco perché le femministe vantano il diritto a non riprodursi e, nello stesso tempo, di manipolare la gravidanza.
Manifestazioni concrete della corrente del “sesso fluido” appaiono su internet, soprattutto sui Social Network: Facebook USA consente ai propri utenti di scegliere il proprio sesso tra 56 generi. Tra questi figura il cosidetto “cyber gender”…ultima frontiera della Teoria del Gender: l’uomo e la donna saranno finalmente liberi quando basteranno eroticamente a se stessi e potranno usufruiredi un utero artificiale per la riproduzione.“Infatti la maternità viene spesso concepita come un peso. Nel Gender Feminism la maternità è l’oppressione della donna. Ecco perché le femministe vantano il diritto a non riprodursi e, nello stesso tempo, di manipolare la gravidanza”. “Con amarezza”, commenta Gandolfini, “siamo passati dal sesso senza i figli ai figli senza sesso”.
I due sessi sono radicati nella realtà biologica della specie umana, da essi derivano comportamenti coerenti e consequenziali. “La teoria di genere”, argomenta Gandolfini, “è una ideologia priva di ogni base scientifica; essendo tale va imposta attraverso leggi, programmi educativi e azioni di propaganda ad hoc”.
Il professore, in conclusione, effettua una lettura giuridica e sociale della questione Omofobia. Afferma che la soluzione ai problemi dell’isolamento, della violenza e della fobia nei confronti del mondo omosessuale, non è solvibile con una legge. Infatti le persone omosessuali sono tali in virtù di una percezione di sé, ma la percezione di sé è indeterminabile dal punto di vista giuridico. Per quanto concerne le discriminazioni, la nostra Costituzione, al terzo articolo, offre una lettura ampia e sufficiente: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. “Nessuno deve essere oggetto di discriminazione”, continua Gandolfini,“ma con le proposte di legge avanzate finora si vuol far passare per via amministrativa che non esiste più la differenza di sesso. E questo non è accettabile”.
In conclusione il professore propone a tutti una lettura di quello che è il magistero della Chiesa a riguardo delle persone omosessuali, sottolineando come sia necessario accompagnarle nel loro cammino di fede, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione, e accogliendole con pieno rispetto e delicatezza. Soprattutto nei confronti dei cattolici, e degli operatori pastorali in particolare, Gandolfini raccomanda di saper sempre cercare e perseguire la verità, soprattutto quando ci si scontra con delle false ideologie: “La bugia, rivestita della parvenza del vero, può correre in tutte le direzioni, e lentamente si trasforma in verità per coloro che non si sottopongono alla fatica della verifica e della critica”.