Pacenza su nuova legge elettorale regionale

Calabria Attualità

Così il presidente della III Commissione Sanità Salvatore Pacenza in merito alla seduta del Consiglio regionale del prossimo 31 marzo in cui andrà in prima lettura la revisione dello Statuto necessaria dopo la sentenza n. 35 emanata lo scorso 6 marzo dalla Corte costituzionale che, di fatto, ha fissato a 30 il numero dei consiglieri regionali calabresi e a sei i componenti della giunta.

“Certo – commenta l’onorevole Pacenza – la nuova legge elettorale regionale potrà essere subordinata, eventualmente, all’approvazione del cosiddetto Italicum (proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione vincente che raggiungerebbe il 37% dei voti), ma potrebbe variare anche in caso di soppressione delle Province. Al momento, però, la legge impone di mantenere inalterati i 5 attuali collegi calabresi. In virtù di ciò è necessario garantire l’elezione di almeno un consigliere regionale per ogni circoscrizione elettorale e assicurare la presenza delle donne nelle liste nei collegi in cui si candidano almeno 3 consiglieri per ogni simbolo (non a Crotone e a Vibo, ad esempio, dove i contendenti per ciascun partito dovrebbero essere solo due). Inoltre, nella ripartizione dei seggi, si potrebbe assegnare alle circoscrizioni minori lo scarto dei voti ottenuti da ciascuna lista nei collegi maggiori (quelli cioè non utili all’assegnazione di un altro consigliere) in modo da assicurare ai territori più piccoli l’eventuale elezione di un altro candidato. Queste sono solo alcune delle possibili prescrizioni che potrebbero essere apportate alla necessaria revisione della regolamentazione elettorale regionale e che garantirebbero le piccole province. L’invito ai colleghi, di maggioranza e opposizione, è quello di trovare unità su questi punti perché la Calabria merita un’equa rappresentanza di tutto il territorio regionale. Soprattutto dei territori svantaggiati che, proprio grazie ad una adeguata presenza nell’assise di palazzo Campanella, possono tutelare e garantire le istanze delle cittadinanze di riferimento. È questo un principio che deve essere sancito nelle nuove regole elettorali, che in nessun modo può essere soprasseduto, perché sarebbe antidemocratico e irrispettoso per una fetta importante di elettorato calabrese. Non dimentichiamo, infatti, che l’Italicum è oggi chiamato a colmare un deficit di rappresentanza democratica innescato dal cosiddetto Porcellum. La Calabria, invece, avrà dal suo l’opportunità di dare già da sola l’esempio in tale ottica, profondendo senso della democrazia e rispetto delle autonomie locali proprio attraverso le modifiche che si andranno a discutere a partire dal prossimo 31 marzo in Consiglio regionale”.