Mafie: Alfano, Agenzia beni confiscati? Crisi di crescita
Le modalità di amministrazione dei beni confiscati attraverso l'Agenzia nazionale istituita nel 2011 soffrono di una "crisi di crescita". Ne è convinto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, che, rispondendo a Napoli a una specifica domanda, sottolinea che non si può parlare di "fallimento" del modello, ma "siamo in crisi di crescita, perché dalla nascita dell'Agenzia a ora abbiamo 10mila beni confiscati e 1.700 aziende. È evidente che c'è un problema di governance e necessità di una rivisitazione dell'organizzazione, riorientando anche la destinazione dei beni".
Con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, Alfano lavora per "una riforma", per "arrivare a una nuova governance e allargare la platea di chi ne può beneficiare" dell'uso di tali beni, anche studiando "come metterli sul mercato per consentirne la vendita". Quello che va "scongiurato" e che passi il messaggio che se una azienda è in mano alle mafie è sul mercato e che se arriva allo Stato fallisce, rimarca il ministro. Priorità è "salvare i lavoratori. Quello è l'obiettivo che ci siamo dati. Per noi è un dovere". E occorre avere "manager che siano in grado di gestire con coraggio queste aziende, senza chiedere eroismo" dato che alcuni hanno subito intimidazioni. (AGI)