Cisal, dal Governo l’ennesimo attacco al Pubblico Impiego?
"Quando è troppo, è troppo! Sotto le mentite spoglie di opera di risanamento dei conti pubblici e di riorganizzazione della pubblica amministrazione, continua l’opera di smantellamento del pubblico impiego e la contestuale negazione dei più elementari diritti di tutela alla salute dei lavoratori pubblici". E' quanto si legge in una nota del Segretario Confederale Cisal Massimo Blasi.
"Una recente circolare - continua la nota - la numero 2/2014 del 17 febbraio (registrata presso la Corte dei Conti il 19 marzo 2014), a firma dell'ex Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione D'Alia, avente ad oggetto "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle PP. AA." (d.l. 101/31 agosto 2013, convertito in l. 125 del 30 ottobre 2013, art. 4, c. 16 bis, "assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici"), di fatto obbliga i dipendenti pubblici affetti da gravi patologie (quali ad esempio quelle oncologiche) che richiedono lunghi periodi di cure e/o numerosi accertamenti sanitari, a far ricorso alle proprie ferie, ai limitati permessi brevi a propria disposizione (o la banca dati delle ore, ove istituita), per potersi curare.
Questo provvedimento, fortemente limitativo, quando non in spregio, del diritto alla salute e del godimento delle ferie di cui tutti i cittadini (dipendenti pubblici compresi) godono in virtù dei dettami Costituzionali, deve essere assolutamente ed immediatamente ritirato.
Oltre che anticostituzionale, questo provvedimento è vergognoso!
Ad affermarlo, Massimo Blasi, Segretario Confederale di CISAL Fpc.
Non c’è alcun dubbio che sia necessario attuare una rivisitazione, modernizzazione della Pubblica Amministrazione, per renderla più efficace ed efficiente, nonché al passo con le esigenze e le richieste dei cittadini. Resta, però, da vedere come giungere a questi obiettivi.
Certamente non lo si può e non lo si deve fare a “costo zero” e a scapito dei più elementari diritti dei lavoratori pubblici che sono anzitutto dei cittadini come gli altri.
Non è possibile che trovandosi nella necessità, non certo per propria scelta, di dover effettuare accertamenti e cure di cui sopra, il dipendente pubblico si veda costretto a far ricorso a degli altri istituti, terminati i quali dovrà addirittura interrompere le cure, con grave nocumento della propria salute, quando non addirittura a rischio della propria vita.
La Cisal – ha proseguito Massimo Blasi - lo ha più volte sostenuto e ribadito. E’ altrove che vanno individuati gli sprechi e i tagli da fare nella P.A.. Negli stipendi milionari agli alti burocrati e manager di Stato, fuori da ogni vincolo e limite nonché – se si considerano le condizioni socio-economiche di milioni di italiani - ai limiti della decenza; nelle pensioni d’oro; nelle tantissime e costosissime consulenze esterne che non tengono conto delle elevate professionalità esistenti all’interno della P.A.; negli affitti a prezzi esorbitanti che vengono pagati per uffici pubblici, senza tener conto ed utilizzare invece gli edifici demaniali quali ad esempio caserme dismesse, ecc.. L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Lo stesso Blasi, nel corso dell’incontro avuto con l’attuale Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Marianna Madia, ha formalmente chiesto di ritirare la circolare di cui sopra e di rivedere la disciplina delle assenze/permessi per malattia con particolare riguardo a quelle riguardanti le gravi patologie, ripristinando il comma 1 dell’art.71 del D.L. 112/2008 convertito con modifiche nella Legge 6 Agosto 2008,n.133".