Attivisti contro Eni, Infusino: il sindaco Vallone si nasconde dietro il “muro”
Riceviamo e pubblichiamo.
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“A proposito di ‘iniziative inutili’, ricordiamoci di quel sabato 17 settembre 2011 quando, Infusino, in occasione della festa del Pd organizzata nella villa comunale, attaccò il Sindaco Vallone per il suo atteggiamento passivo sulle estrazioni e coltivazioni di idrocarburi, lo stesso Vallone nel suo intervento dichiarava, sempre a proposito delle trivellazioni: ‘Evitiamo rotture e verifichiamo l'iter amministrativo per un eventuale ricorso al TAR’; nel contempo la multinazionale Eni era già pronta a perforare nell'area archeologica di Capo Colonna ed il sipario calava sull'intera vicenda.
Fu così che, dopo una serie di incontri, Infusino organizzava l'ennesima ‘carnevalata’ (per così dire): domenica 25 settembre 2011 si presenta con associazioni, consiglieri comunali e cittadini ed occupa simbolicamente il promontorio. Dalla ‘carnevalata’ la questione arriva in consiglio comunale il 27 settembre 2011.
Arriviamo in sintesi alle dichiarazioni del Sindaco: "Sul nuovo pozzo non sapevamo nulla" ed accusa la multinazionale di ‘furbata’, dichiara che l'ok al progetto è stato dato da due dirigenti e che la parte politica non era stata informata, ed annuncia un'azione di autotutela.
Per completezza d'informazione ricordiamo che uno dei due dirigenti che non informano la politica su decisioni delicatissime per la collettività e che dà pareri illegittimi viene premiato a fine anno con circa centomila euro ed il rinnovo del contratto. Succede intanto che Syndial presenta un nuovo progetto al nord del Porto di Crotone; è lo stesso Infusino a coinvolgere con una lettera aperta il Procuratore della Repubblica Mazzotta, per far sospendere i lavori che tra l'altro erano i piena area SIN, non prima di aver invitato, con vari appelli a mezzo stampa, il Sindaco Vallone e l'Assessore all'Ambiente della Provincia Ubaldo Prati a prendere in mano la situazione per tutelare la salute del mare e dei cittadini, in quanto i pareri dati dalle varie istituzioni erano illegittimi come lo erano per Capo Colonna.
La cosa che ci ha spinto maggiormente a portare avanti l'iniziativa integrale sulla vicenda Eni è il fatto che ci sono molte zone ‘grigie’ nel rapporto tra la Multinazionale e l'Amministrazione Comunale. I quattro punti della nostra battaglia in un rinnovato rapporto con l'Eni, per come avviene in altre realtà dov'è presente, sono: il progetto definitivo di bonifica integrale; lo sviluppo mancato del territorio; un serio studio sul fenomeno di subsidenza "vedi il terremoto degli scorsi giorni"; i 56milioni di euro della condanna emessa nei confronti di Eni dal Tribunale di Milano per disastro ambientale.
Il coinvolgimento di tante istituzioni nelle opportune sedi, parliamo di senatori, deputati, consiglieri regionali, provinciali e comunali, ordini professionali, imprenditoriali ed artigianali, sigle sindacali, movimenti, partiti, associazioni e semplici cittadini, ha portato a condividere un documento unitario per avviare un ragionamento nuovo con la multinazionale.
Molto probabilmente, rompere l'antico sistema del rapporto tra singoli ed Eni, ha creato delle difficoltà a qualcuno. Siamo orgogliosi della battaglia che stiamo portando avanti, la solidarietà e vicinanza dei cittadini Crotonesi, in questo momento ci ripaga di tutte le fatiche affrontate e da affrontare.
In conclusione: la rinegoziazione con Eni deve passare attraverso un tavolo al quale dovranno essere presenti, oltre alla multinazionale, gli stakeholders del territorio e successivamente i lavori potranno essere portati in Consiglio comunale. Per quel che riguarda le associazioni ‘Arci-Agorà un sistema nel sistema della politica’ ci riserviamo di entrare nei meriti in seguito”.
Pietro Infusino, vice coordinatore Attivisti Occupazione Impianto Eni
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