Cala il sipario sulla rassegna teatrale in vernacolo “Vacantiandu 2013”
Grande successo di critica e di pubblico per l’ultimo appuntamento della rassegna in vernacolo "Vacantiandu 2013". Sul palco del Teatro Politeama di Lamezia Terme è infatti andata in scena la commedia "Il Tartufo", originale e inedita versione della nota opera di Moliere realizzata dalla compagnia teatrale lametina “I Vacantusi" sotto l'attenta regia di Mario Maruca.
I bravissimi attori della compagnia lametina, che ha organizzato per il terzo anno consecutivo la fortunata rassegna "Vacantiandu" grazie ai direttori artistici Nicola Morelli e Valter Vasta, in collaborazione con l'Amministrazione comunale, hanno dato prova della loro bravura, frutto di un intenso anno di lavoro nell'ambito del laboratorio teatrale che il maestro Maruca ha realizzato a Palazzo Panariti insieme a grandi e bambini. Una rappresentazione curata nei minimi particolari, dalla scenografia ai costumi, dalla mimica alle luce, dando così l’impressione di essere davanti a dei veri e propri attori professionisti e non attori “amatoriali”. La commedia, che ha saputo dare un ruolo importante a tutti gli attori che si sono susseguiti sul palco, è stata costruita con ritmi e tempi diversi, unendo le tecniche espressive della commedia dell’Arte e quelle della commedia dell’improvvisazione tipica del Seicento. Il tutto utilizzando un testo classico, quello di Moliere, in versione dialettale, unico esempio del genere nella storia del teatro.
“L’idea di coniugare insieme la comicità di Moliere e un dialetto quasi estinto – ha spiegato il regista Maruca – nasce dall’esigenza di valorizzare la cultura e tradizione popolare del teatro in vernacolo nell’ambito nazionale, al fine di promuovere lo sviluppo del tessuto culturale, della propria storia e delle proprie radici”.
Il protagonista, Tartufo l’impostore, è uno dei molti: lo accompagna un’immancabile esperienza, la valigia dell’attore, con il suo campionario di maschere, una per ogni occasione. Gli altri personaggi, inconsapevolmente anche loro un po’ Tartufi, vivono o vivacchiano a scrocco nella ricca casa.
Tutti i componenti della commedia in fondo non vedono altro che loro stessi ed ecco che allora Tartufo, con la sua spavalda e sprezzante ingordigia, inizia a starci simpatico. Addio ad una consapevolezza, che in tempi come questi, potrebbe risultare anche l’unica qualità ancora rimastaci.
La storia di un ipocrita, Tartufo, che con suo falso zelo religioso persegue i propri interessi. Riesce con la sua spavalda ingordigia a conquistare il rispetto di Orgone, un borghese agiato e sciocco fino al punto di farsi promettere in sposa la figlia e a farsi donare tutti i suoi beni.
Si avvicendano nella storia tutta la famiglia: Elmira la moglie saggia e prudente, Davide suo figlio altrettanto sciocco, Dorina la serva ciarliera, la signora Cleante cognata, gli innamorati, sua figlia Marianna e Valerio. A niente serve l’appoggio di nonna Pernella, unica sostenitrice di Tartufo, perché alla fine il truffatore viene smascherato.
Sul palco, a conclusione della serata presentata dalla giornalista Ketty Riolo, anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico, il sindaco Gianni Speranza e il rappresentante nazionale della Federazione italiana teatro amatoriale. Anche quest’anno la rassegna ha avuto l’appoggio della Fita oltre che del club lametino dell’Unesco presieduto da Mauro Vasta.