Castrolibero. Pacenza: quei fondi dimenticati da burocrati nominati dallo stato

Cosenza Politica

“In questi anni abbiamo sempre cercato di mantenere servizi essenziali ed importanti per le fasce deboli della popolazione “infanzia e non autosufficienti”, per salvaguardare il riconoscimento di diritti come quello degli anziani a vedere migliorare le loro condizioni di vita e dei bambini a giocare tranquillamente. Nonostante i risultati importanti raggiunti, ad esempio con assistenza domiciliare e asili nido e la nostra battaglia nell’ambito socio-assistenziale, dobbiamo continuare a scontrarci contro la lentezza e la burocrazia delle amministrazioni cui piace detenere il “potere” anche senza la presenza di politici, anzi con la presenza di burocrati nominati dallo Stato”.

È quanto si legge in una nota di Sabrina Pacenza, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Castrolibero (Cosenza), nella quale si chiede, tra l’altro “Perché in Italia funziona così, ci affidiamo a “tecnici” pensando che la situazione per i cittadini migliori, e poi a ben vedere tutto peggiora, compreso il diritto dei cittadini a vedere realizzati servizi essenziali. Ma andiamo in ordine: annualmente, ormai, la Regione Calabria – prosegue Pacenza - stanzia i “Fondi per la non autosufficienza”, individuati dal governo centrale, destinandoli a tutti i Comuni della Regione riuniti per distretti. Da anni, allo stesso modo, nel Comune di Rende, capofila di distretto, per indire le riunioni dei rappresentanti dei nove Comuni facenti parte del distretto ci si impiega mesi, senza arrivare ad una programmazione celere ed efficace, e soprattutto mantenendo i fondi dei Comuni nella cassa del Comune di Rende”.

“Ebbene – continua la nota - abbiamo sempre subito le difficoltà per la lentezza gestionale di Rende, ma quantomeno tra i 9 Comuni del distretto si lottava e si riusciva a raggiungere un accordo sulla programmazione. Come Amministratrice di Castrolibero immaginavo, o forse semplicemente mi illudevo, che con l’avvento del Commissario questo iter cambiasse, migliorasse, si modificasse in meglio. Ad oggi non posso che attestarmi su un dato negativo, infatti da febbraio 2013 e ancora adesso non solo stiamo discutendo di Fondi riguardanti l’anno 2010 (DGR 749\2010), ma nonostante tutti i Comuni del distretto abbiano firmato una lettera indirizzata alla Regione Calabria, per chiedere di poter continuare i servizi già avviati e programmati sui vari territori, il Commissario ha inteso bene non attestarsi su questa linea”.

“Una cosa è certa ed evidente – aggiunge l’assessore cosentino - il Commissario non conosce i bisogni dei territori, dei suoi cittadini, degli anziani e preferisce bloccare con questo comportamento e con la mancanza di attenzione la continuità dei servizi. Il fermento di interventi economici a livello locale è inutile se poi non ci sono amministratori lungimiranti che al di là delle barriere burocratiche, si impegnano a realizzare interventi celeri. Ancor più grave è che le Regioni dovrebbero fungere da organo di controllo sull’utilizzo di questi fondi, cosa che è lontana anni luce dalla loro azione amministrativa. Non si può continuare a gestire la “cosa pubblica” con la lentezza dei tempi burocratici. Le Amministrazioni locali hanno dati allarmanti, e a farne le spese sono proprio i cittadini più deboli, che necessitano di un’adeguata risposta dalle Istituzioni e in particolar modo dalla rete socio-assistenziale, al fine di – continua - garantire a queste persone una costante assistenza tramite servizi domiciliari e residenziali, che permettano di alleviare le sofferenze e sollevare le famiglie dal loro continuo apporto assistenziale”.

“Gravissimo il comportamento di quegli amministratori seduti sulle loro poltrone a bearsi dei loro stipendi a più zeri che – tuona la Pacenza - sanno di avere fondi in cassa e adottano un comportamento ostruttivo per mantenere in pugno Comuni più deboli e di conseguenza fasce deboli della popolazione. All’immobilismo della Burocrazia, preferisco una politica al servizio del territorio, sempre! Ecco perché su 9 Comuni almeno 5 si stanno attivando per istituire un sottoambito e fare in modo che i bisogni di quei cittadini siano ascoltati, che ci sia un’azione politico-amministrativa celere, perché sappiamo bene che è di questo che i nostri cittadini hanno bisogno, di avere RISPOSTE!

Ogni tanto bisognerebbe anche uscire dalle stanze del potere, dalle stanze con tavoli di mogano per capire i bisogni della gente, non si può pensare che – conclude la nota - si gestiscono fondi e basta, ci sono in gioco i diritti e i servizi da garantire”.