Vibo, la Cisal chiede un dibattito pubblico al sindaco sul dissesto ed i disservizi
“Preso atto che il sindaco Nicola D’Agostino non ha mai nascosto la sua idea di ripresentare la candidatura alla guida della città anche per la prossima consiliatura comunale e ne ha tutto il diritto per realizzarla, la Cisal si chiede se nello stesso tempo egli si renda conto di aver gestito un’ amministrazione che ha portato al dissesto e che quindi non costituisce serio e concreto titolo per richiedere la fiducia agli elettori vibonesi, tutt’altro.” È quanto si legge in una nota Filippo Curtosi, segreterio provinciale Cisal.
“Ma è sul piano più complessivo della sua condotta politico amministrativa che la Cisal invita il primo cittadino ad un dibattito aperto per discutere sulle sue iniziative e quelle dell’amministrazione che presiede e soprattutto sugli effetti, per noi devastanti, scaturiti dal più cattivo sistema di gestione che si sia mai registrato a Palazzo “Luigi Razza”. – Prosegue la nota - Si è domandato il sindaco Nicola D’Agostino quanto danno e forti disagi hanno procurato e continuano a procurare alla popolazione i gravi e quotidiani problemi legati all’acqua potabile, alla pulizia ed igiene dell’ambiente, alla raccolta differenziata, al dissesto idrogeologico, tanto per citare alcune delle più costanti difficoltà in atto sul territorio?
Il Sindacato, che contesta al sindaco la disponibilità ad un confronto sempre chiesto e mai concesso, si domanda, tra l’altro, se il personale tutto si ritiene soddisfatto del proprio compito d’ufficio; se è stato messo a suo agio nell’espletamento delle proprie mansioni ; se ha sempre avuto rispetto del suo ruolo.
Quando avverte, attraverso giusta delibera, che l’amministrazione è pronta per riformare l’apparato burocratico vuol fare intendere che è in atto il recupero di un modello di gestione organizzativa dei servizi pronta a ripristinare il più adeguato processo di miglioramento della qualità dei servizi. – Continua la nota -La Cisal non è d’accordo perchè gli attuali buoni propositi del sindaco non porteranno a nulla se non alla realizzazione di un ridisegno organizzativo che spiegherà, per strada, quanto sia dannosa la conseguenza dell’avvenuta certificazione di un dissesto che ancora per anni influirà in maniera negativa sulla conduzione amministrativa della città.
Egli non può non constatare che, ad esempio, le nuove posizioni organizzative hanno creato guerra con gli altri dipendenti esclusi .
Che la piattaforma delle nuove macroaree venuta fuori dalla recente delibera conferma l’impossibilità di ripristinare la normalità nella esecuzione dei servizi.
Questo tipo di convinzione non è solo della Cisal ma soprattutto di quanti, e non sono davvero pochi, che ancor oggi si chiedono come possa diventare possibile per i dirigenti gestire settori tutti delicati e irti di problemi e difficoltà.
Un sovraccarico di competenze che in un’amministrazione tranquilla avrebbe richiesto un difficile impegno figuriamoci in un’amministrazione in dissesto.
Non si tratta di non riconoscere le proprie qualità professionali ai dirigenti perché quello che preoccupa è che i disagi ed i disservizi sono così innumerevoli che diventa una impresa per un dirigente di settore far fronte alla messa in opera dei meccanismi negativi che hanno condotto alla disamministrazione.
Così facendo si andranno a ridistribuire le responsabilità della gestione in maniera più equa ed equilibrata tra i dirigenti ? La Cisal – conclude la nota - è scettica non per propria volontà politica ma perché crede che occorrano tempi lunghi e nuovo sistema di amministrare la cosa pubblica per restituire alla città la sua dignità.”