La vita di Peppino Impastato nel racconto del fratello Giovanni
Una giornata all’insegna della memoria, ma anche della forza della ragione e della virtù, quella svolta giovedì scorso, 22 maggio, al Centro Polivalente per i Giovani/Caffè delle Arti di Catanzaro. Il foro del sapere del Comune di Catanzaro ha ospitato il IV appuntamento della rassegna culturale "Ad occhi aperti-Anime Ribelli”, dal titolo “Da Radio Aut ad oggi, storie di ordinaria resistenza", dedicato alla memoria di Peppino Impastato e che ha avuto come protagonista proprio il fratello Giovanni.
La conferenza è iniziata con la proiezione di un documentario dal titolo “Ndrangheta; la tarantella delle ndrine” diretto da Barbara Rosanò e Marco Trocino; un veloce collage di immagini e storie tratte da interviste e documentari televisivi e cinematografici, che includono interviste al sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri; le testimonianze dei tanti imprenditori vittime del pizzo; estratti dal celebre film “I Cento passi” di Marco Tullio Giordana, fino all’ intervista, degli stessi autori a Don Giacomo Panizza fondatore della “Progetto Sud”. Un filmato elastico, veloce e coinvolgente, che ha particolarmente coinvolto Giovanni Impastato, chiamato a parlare da Salvo Corea in questa conferenza che lo ha visto ospite d’onore.
Un percorso nel quale egli rintraccia le tappe della sua vita; dal rapporto con il fratello Peppino i confronti e i conflitti; l’infanzia in una famiglia mafiosa e stretta ai più potenti boss dell’epoca; la lotta politica di Peppino resa immortale in una pellicola che descrive la sua vita, quasi integralmente; ma anche spazio alla commozione per i ricordi di vita quotidiana e lo spirito di unione e di grande umanità della madre. Giovanni ripercorre i momenti successivi all’omicidio del fratello, i tentativi di depistaggio delle indagini; l‘indifferenza dello stato per anni, fino alla condanna di “Tano Seduto” come astutamente lo sbeffeggiava Peppino Impastato dai microfoni di “Radio Aut”, all’ergastolo come mandante dell’omicidio.
“Ho sentito dichiarazioni da persone stimate, come Gratteri, sulle quali non sono d'accordo, interviene Impastato, perché la mafia non è invincibile, ma manca la volontà politica di risolvere il problema. Domani ricorre l'anniversario della morte di Falcone, tra i migliori giudici che l’Italia abbia mai avuto , non solo per la sua lotta attiva, ma anche perché sosteneva che la mafia come ha un inizio, deve avere una fine”. “Dobbiamo combattere l'indifferenza, continua, ma anche la rassegnazione, soprattutto dei giovani, che sembrano non abbiano bisogno della verità”.