Pensioni: “Non stiamo sereni”, mobilitazione Cisl a Catanzaro
Continua da diversi giorni nelle sedi del sindacato Territoriale dei Pensionati della Cisl di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, l'iniziativa di sensibilizzazione verso il governo nazionale per promuovere la sottoscrizione, tra i pensionati e le pensionate, delle cartoline da far giungere al presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi,per rivendicare " risposte concrete nei provvedimenti del governo anche per i ceti più deboli della società come i pensionati, gli incapienti, i non auto sufficienti".
La mobilitazione, partita qualche settimana fa e che, si protrarrà fino al 20 giugno 2014, spiega una nota, raggiungerà il culmine della sensibilizzazione e della visibilità domani a Catanzaro, in piazza Prefettura, attraverso un presidioche si protrarrà per l'intera giornata dove i dirigenti e militanti della Fnp Cisl si attiveranno per raccogliere ulteriori adesioni. "Il sindacato dei Pensionati della Cisl di Catanzaro - si legge in una nota - sta promovendo questa iniziativa sul territorio per dare continuità, sostegno ed impulso all'azione messa in atto dalle segreterie nazionali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, rivendicando al governo maggiore attenzione verso la categoria dei pensionati che, ancora ad oggi,non ha dato alcuna risposta ai principali problemi posti nella piattaforma rivendicativa unitaria "non stiamo sereni: i pensionati vogliono risposte. Sono state stampate migliaia di cartoline, da indirizzare al presidente del Consiglio Renzi e da spedire a Palazzo Chigi per ribadire le richieste di anziani e pensionati, finora rimaste inascoltate: lavoro, sviluppo, occupazione; tutela del loro reddito; un welfare pubblico e solidale; la legge sulla non autosufficienza; lotta agli sprechi e ai privilegi; l'estensione della riduzione delle tasse anche ai pensionati.
Escludere dal provvedimento del governo Renzi gli incapienti e i pensionati, dalla erogazione del bonus di 80 euro netti mensili, riservati ai lavoratori dipendenti con reddito inferiore ai 25 mila euro, - si legge ancora - è una grave ingiustizia oltre che una grave discriminazione che colpisce in larga parte le fasce più deboli e meno protette dei cittadini".