Ambiente: associazioni, no a proroga taglio boschi cedui

Calabria Attualità

Le associazioni Altura, Italia Nostra, Lipu-Rende, Man E Wwf Calabria affermano, in un docuemnto, di essere a conoscenza che la Regione Calabria, tramite il Dipartimento Regionale Agricoltura, Foreste e Forestazione, preposto al rilascio delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali nelle aree boscate della Calabria, "avrebbe intenzione di approvare una proroga a quanto stabilito dal Capo III, "Norme per i boschi governati a ceduo", nella fattispecie all'articolo n. 37, "Epoca del taglio", delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale attualmente vigenti nella Regione Calabria". La proroga, seocndo le associazioni, qualora dovesse essere realmente approvata, "consentirebbe di poter effettuare interventi nelle aree boscate fino addirittura al 30 giugno, quindi con ulteriori e piu' gravi danni per tutta la fauna selvatica che, come stabilito dall'art. 1 della Legge nr. 157/1992, è "Patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse nazionale ed internazionale"". Al riguardo, le associazioni ambientaliste evidenziano che "già il'articolo 37 delle prescrizioni forestali prevede la possibilità di eseguire interventi fino al 30 maggio di ogni anno, in piena stagione primaverile e quindi in un periodo in cui tutti gli animali selvatici sono impegnati da tempo nel delicato ciclo della riproduzione". Per le ragioni esposte, le associazioni firmatarie hanno indirizzato una lettera all'assessore all'Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria, proponendo di rivedere quanto stabilito con la norma e fissando quindi un blocco degli interventi selvicolturali al massimo entro il 30 aprile. Le stesse associazioni hanno rilevato infatti "che le aree naturali ove sono presenti tali soprassuoli boschivi sono luogo di sosta e di riproduzione per diverse specie animali della nostra fauna selvatica, che andrebbe tutelata da qualsiasi forma di disturbo e quindi di minaccia, soprattutto nel delicatissimo periodo della riproduzione che peraltro, per alcune specie, inizia già nel mese di marzo. Particolarmente colpite da questa normativa - spiegano - sarebbero tutte quelle specie ornitologiche legate agli ambienti boschivi e in particolare i silvidi, uccelli insettivori che svolgono un ruolo fondamentale ed insostituibile in natura". Le associazioni ritengono che, essendo gli interventi selvicolturali assai spesso causa di impatti significativi sulla fauna selvatica, "detti interventi dovrebbero essere gestiti in modo da minimizzare tali impatti, soprattutto per quanto riguarda i periodi dei lavori".