Sanita: Cimino, perchè quel silenzio sull'oncologia al Pugliese-Ciaccio?
Sanita: Cimino, perchè quel silenzio sull'oncologia al Pugliese-Ciaccio?
Testo integrale diramata dal consigliere comunale, Franco Cimino. "Ho visto in televisione la conferenza stampa del presidente della Regione sulla sanità. Ho "ascoltato" dai giornali la eco positiva che ha prodotto all'interno della maggioranza e gli assordanti silenzi di una opposizione tanto inesistente quanto psicologicamente in soggezione dinanzi alla situazione allarmante. Nel reporter di Scopelliti ci sono alcune novità, qualche vecchia idea recuperata da più parti insieme a elementi passati, compreso il Direttore generale che gli sedeva a fianco, e che pare abbia contribuito alla stesura delle linee fondamentali che il nuovo governo regionale intende sostenere. A prescindere, credo, dall'imminente arrivo del Commissario che potrebbe essere lo stesso Presidente. Il dato che mi ha fatto più impressione è la novità riguardante il deficit del comparto sanità. Questo non ammonterebbe a duemiladuecento milioni di euro, bensì a soli ottocentosettantacinque mila. Poco più di un terzo rispetto alla cifra sbandierata prima e durante la campagna elettorale, il cui esito molto è dipeso probabilmente da quell'umiliante cifra. Come egli sia pervenuto a quel numero e, soprattutto, come abbia potuto a lungo resistere quello più grande, dal Presidente stesso definito una falsità, è un altro dei misteri della politica calabrese. Tuttavia, se questo è non possiamo che rallegrarcene, potendo il necessario lavoro di risanamento, che già troppo viene fatto pagare ai calabresi, procedere più speditamente. Sappiamo tutti che i tempi delle vacche magre non passeranno se prima non verrà cancellato il segno più evidente del'insipienza, irresponsabilità, immoralità, che nella sanità ha caratterizzato decenni di malgoverno della cosa regionale. Ci sarebbero altri elementi su cui riflettere, e taluni positivamente. In particolare, quando Scopelliti coraggiosamente denuncia aree di spreco e di clientelismo. Oppure quelli riguardanti una manovra di contenimento della spesa che sembra privilegiare più i meccanismi spontanei che non riforme strutturali, profonde e innovative. Mi soffermo, invece, e brevemente, sugli impegni significativi assunti per la Fondazione Campanella. Apprezzabile la sua analisi dei limiti e degli errori che l'hanno imprigionato dentro un corpo elefantiaco e piegata da una polverizzazione di competenze che ne hanno snaturato la sua stessa finalità. Apprezzabile la volontà di ricostruire con l'Università quel virtuoso percorso che la faccia diventare al più presto un Istituto di Ricerca Nazionale e un Centro di alta specialità oncologica. Non è chiaro, però, quel silenzio, a cui è seguito un più esteso silenzio da parte degli adulatori di professione, sulla questione più spinosa legata all'ultima deliberazione della precedente Giunta regionale, nei giorni immediatamente precedente le elezione. Si tratta del reparto di Oncologia "Pugliese - Ciaccio", che quella delibera vorrebbe fosse "assorbito"( con relativi posti letto, chiusura della struttura e trasferimento a Germaneto) da Fondazione Campanella. Molte proteste, e da ogni parte, ha sollevato quella decisione, resa pubblica solo all'indomani del voto. Dei tanti aspetti, ancor più inaccettabili, di quella complessa determinazione, taluni sfuggiti ai più, torneremo in altra sede. Qui ci interessa ribadire che l'Oncologia del nostro ospedale, quello che Scopelliti vuole inserire nei cinque di primissimo ordine in quanto "superiori", rappresenta la vera eccellenza di una sanità calabrese che grazie a strutture di questa qualità ha potuto evitare di coprirsi di vergogna. La sua crescita negli anni, scientifica e assistenziale, è il frutto dell'intelligenza e dell'abnegazione di chi l'ha diretta e dei medici che vi hanno operato con gravi limiti di spazi e di mezzi. Nonché dei tanti pazienti che al dolore della malattia hanno dovuto aggiungere immensi altri sacrifici, specialmente di ordine morale. La crescita di quel reparto e la nascita del Polo oncologico dentro l'edificio "Ciaccio" appositamante ristrutturato, è dovuta anche alle battaglie condotte dalle famiglie degli ammalati e da qualche amministratore e politico volenteroso. Quel silenzio di Scopelliti sull'argomento, per quanto ci dispiaccia, ci offre però, l'occasione di riportare alla ribalta e alla sua attenzione, una richiesta che è nella pelle e nel sangue della Città: l'Oncologia ospedaliera, e la moderna struttura del "Ciaccio" che la ospita, non si toccano. Anzi, andranno rafforzate e potenziate. Anche dentro quella strategia molto opportuna che vuole fare della Calabria la sede di un grande Polo Oncologico, capace di rispondere alle molteplici esigenze delle regioni del Mezzogiorno e, se mi è consentito aggiungere, dell'intera area che s'affaccia sul Mediterraneo. Per queste ragioni c'è da confidare nella sensibilità e nelle buona volontà del presidente Scopelliti".