Cardiochirurgia, il S.Anna Hospital tra i cinque migliori centri italiani
La Fondazione “Per il tuo cuore” - nata nel 1998 su iniziativa dell’Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) - ha premiato il S. Anna Hospital di Catanzaro come uno tra i cinque migliori Centri italiani fra tutti quelli che, nell’ambito clinico “Cardiochirurgia”, partecipano ai progetti di ricerca della Fondazione stessa. Il riconoscimento è stato conferito al Centro calabrese di Alta Specialità del Cuore nel corso dei lavori del 45° congresso Anmco, che si è svolto a Firenze nel giorni scorsi.
“Per noi - ha commentato il DG del S. Anna, Giuseppe Failla - l’eccellenza in sanità non ha mai coinciso soltanto con la qualità delle prestazioni erogate o con l’accoglienza che garantiamo abitualmente al malato ma ha abbracciato, ogni volta che ciò è stato possibile, anche la ricerca sulle patologie che curiamo. Perché è contribuendo direttamente ad allargare le conoscenze che riusciamo a pianificare lo sviluppo futuro dei percorsi diagnostici e terapeutici. Cerchiamo di svolgere al meglio anche questo compito e consideriamo il riconoscimento che l’ANMCO ci conferisce oggi un’ulteriore conferma dell’autorevolezza di cui gode la nostra struttura nell’ambito della cardiochirurgia italiana. Pensiamo sia un messaggio fortemente positivo per tutti i calabresi: per i malati e per la loro tranquillità ma anche per quei cittadini che pur non avendo bisogno dell’ospedale, hanno sicuramente bisogno di fiducia nelle capacità della Calabria di esprimere eccellenza”.
Lo studio cui il S.Anna partecipa e per il quale l’ospedale è stato premiato (ottenendo il punteggio di qualità di 8.3/10) è il “GISSI Outliers VAR” sulla bicuspidia valvolare aortica (BAV), una patologia congenita a causa della quale la valvola aortica si sviluppa con due sole cuspidi (punte) anziché tre. Un fattore di rischio importante, perché può sfociare anche in eventi improvvisi e a rischio vita. Tuttavia, solo una parte dei pazienti affetti sviluppa nel tempo complicanze e in più, a causa delle diverse caratteristiche che può assumere la patologia, non esiste ancora un criterio per definire, una volta diagnostica la BAV, quali saranno i malati più a rischio di sviluppare una degenerazione valvolare o di parete dell’aorta ascendente o di entrambe. Lo studio ha quindi l’obiettivo di riconoscere caratteristiche peculiari e comuni all’interno di fenotipi omogenei di bicuspidia valvolare aortica, con la possibilità di identificare e stratificare un rischio evolutivo per ciascuna forma di BAV.