Elezioni europee, l’analisi di Uva, consigliere di Rossano
Il risultato delle ultime competizioni europee lascia poco spazio alle interpretazioni: ha stravinto il centro sinistra ed il Pd, ma ha soprattutto vinto il premier Renzi. E così è stato dal Nord al Sud della penisola. Senza necessità di approfondimenti particolari. È accaduta la stessa cosa a Rossano, città che da decenni vantava, e con orgoglio fondato su capacità di governo dimostrate sul campo, una larghissima maggioranza di destra e di centro destra nell’opinione pubblica.
Se, come fa emergere il responso dello scrutinio di domenica scorsa, oggi non è più improvvisamente così, qualche riflessione va avviata. È doveroso. Soprattutto all’interno del centro destra cittadino che, negli ultimi mesi, sembra aver perso la propria granitica unità e la propria bussola, impegnato su più fronti in polemiche interne e fratricide, destinate soltanto a produrre dispersione del voto e sconfitte elettorali. Lo stesso curioso dibattito avviatosi da qualche giorno su quale delle due forze politiche (Forza Italia o Udc?) debba ambire alla leadership locale testimonia, qualora ve ne fosse bisogno, che si naviga purtroppo a vista. Così come divisioni forti stanno crescendo ormai, e lo sanno tutti, all’interno del centro destra sulle amministrative del 2016. Se si continua così non è difficile prevedere che alle prossime elezioni, a Rossano, il centro sinistra letteralmente asfalterà il centro destra! Così come, senza girarci attorno, è già parzialmente avvenuto alle ultime europee e senza che il PD locale e le varie anime della sinistra abbiano fatto un minimo di campagna elettorale. Nulla: hanno vinto, sull’onda di RENZI, senza un comizio, senza convention al Cinema San Marco, senza comunicati stampa, senza alcuna attività politica tra la gente e pur essendo opposizione in questa città.
Il centro destra nel suo complesso ha pagato e paga le sue divisioni interne ed il suo frazionamento in diverse forze politiche. E ciò è evidentissimo a Rossano, dove l’unità del centro destra, prima della divisione tra Forza Italia, NCD e Fratelli d’Italia, ha sempre fatto la differenza in termini di consenso quasi plebiscitario attorno ai suoi leader. Piaccia o meno riconoscerlo: qui è accaduto questo.
E se è vero che il centro destra in Calabria paga sicuramente gli errori della giunta regionale ormai scaduta e del suo ex Governatore Scopelliti, a Rossano la decimazione dei voti per le forze del centro destra, rispetto ai risultati del 2009 e del 2011, è probabilmente frutto anche di errori più locali e di scelte dal sapore troppo sfacciatamente familiare che hanno sicuramente demotivato per non dire deluso tanti elettori e simpatizzanti della destra. Nasce anche da qui il mio invito ad abbassare i toni, a deporre le reciproche armi, a rivedere tanti errori del passato ed a ritornare, se necessario, sui propri passi per invertire marcia, cambiare ritmo ed imboccare la direzione unitaria della coesione sulle grandi questioni e sugli obiettivi politici dei prossimi mesi ed anni. Altrimenti saranno sconfitte e scoppole una dopo l’altra, al di là di dichiarazioni e commenti post voto che parlano di tutto ma che paradossalmente ignorano l’aritmetica dei numeri: c’è chi ha perso e c’è chi ha vinto, ma nessuno lo dice! Ed a dire il vero non lo dice neppure il PD rossanese che era e resta in un profondo letargo.
Si azzerino dunque le occasioni pubbliche di contrasto nel centro destra e soprattutto si azzeri il ricorso alla carta bollata ed alle denunce. Qualcuno che ambisce, legittimamente, a futuri ruoli di peso nella coalizione e forse anche nelle istituzioni locali deve oggi avere chiaro in mente che non è attraverso le denunce che si conquistano consensi e adesioni alla propria causa ed alle proprie aspirazioni. Il percorso è tutt’altro ed è tutto di natura squisitamente politica. Prima ci si renderà conto di questo e prima ci si avvierà, tutti insieme, ad arginare quella che ad oggi appare come una grande ed inarrestabile emorragia interna nel popolo del centro destra rossanese che ha rappresentato il punto di riferimento del buon governo nel territorio ed in Calabria.