Barbanti (M5S): “Il consiglio regionale della Calabria è il più indagato di tutto il paese”
“Si è trattata di mera incapacità a rendicontare o sotto c'è qualcos'altro? È la domanda che nasce spontanea scorrendo i nuovi trenta nomi dei consiglieri ed ex consiglieri regionali indagati nell’inchiesta portata avanti dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza sui rimborsi dei vari gruppi consiliari della Regione Calabria”. Lo scrive in una nota Sebastiano Barbanti, deputato del Movimento 5 stelle in merito alla nuova inchiesta sui rimborsi alla Regione Calabria.
“Soldi spesi certamente con troppa facilità e senza tenere in considerazione le buone regole della trasparenza, neanche quelle che erano state inserite nella legge che loro stessi avevano approvato e che, com’era prevedibile, hanno disatteso. Con questo provvedimento giudiziario che arriva proprio alla fine di una consiliatura disgraziata, la Calabria ha raggiunto un altro primato negativo in Italia: essere il consiglio regionale più indagato del Paese con a capo un presidente condannato a sei anni di reclusione. Ma davvero il rinnovamento della classe politica calabrese e italiana potrà avvenire solo grazie alle patrie galere? Fino ad ora sembrerebbe questa l’unica soluzione interna ai gruppi politici che utilizzano l’alternanza al potere solo per passarsi il testimone e creano leggi ad hoc, di certo anticostituzionali, per mantenere i cittadini e le minoranze fuori dalla gestione istituzionale”.
“Vogliamo sapere al più presto come è stato speso dai gruppi consiliari questo milione e mezzo di euro riferito all’anno 2013, che è stato mal rendicontato e in qualche caso risultano esserci spese ingiustificabili ai fini delle attività dei gruppi. E poi vogliamo sapere che fine hanno fatto tutti gli altri soldi, riferiti agli anni precedenti, come sono stati spesi e perché. È finito il tempo delle vacche grasse a spese dei cittadini calabresi che faticano ormai anche ad arrivare alla seconda settimana. Quello che esigiamo, che i cittadini esigono, è rispetto”.