Apertura nuovo grande centro di accoglienza, le associazioni e le cooperative chiedono l’intervento del Governo
Premesso che, come sostiene correttamente l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim),: “Bisogna intervenire lungo tutto il percorso migratorio attuando politiche di sostegno a favore dei migranti e di tutti i paesi coinvolti, eliminando alla radice le cause dell'immigrazione e predisponendo - anche nei paesi di transito - misure e programmi necessari a fornire un adeguato supporto legale a migranti e richiedenti asilo in cerca di protezione. La previsione di canali di ingresso sicuri e legali in Europa è l'arma più efficace nel contrasto alle organizzazioni criminali e ai trafficanti”, la rete di associazioni di volontariato e cooperative che sono sensibili alle politiche migratorie e gestiscono centri per migranti nel crotonese esprimono tutte le loro perplessità circa le misure che il Governo intenderebbe adottare per fronteggiare la nuova emergenza migranti”. Lo scrivono in una nota Agorà Kroton; Arci N.A. - Crotone; Baobab Coop. Soc. - Crotone; Calabria C.R.E.A.; CARITAS Centro D'Ascolto Immigrati - Crotone; Centro calabrese di Solidarietà - Catanzaro; Circolo “Ibis” Legambiente Crotone; CNCA Calabria; Emmanuel Reggio Calabria; Kroton Community Coop. Soc – Crotone; LIBERA Crotone; Prociv ARCI di Isola Capo Rizzuto; L’Ulivo Comunità – Tortora.
“Secondo le dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, infatti, Crotone (o il Crotonese) dovrebbe essere una delle tre location del Sud individuate dal governo per allocare uno dei grandi centri di prima accoglienza dove i migranti sarebbero identificati e assistiti prima di essere trasferiti in uno dei 10 "hub" regionali o nei centri Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) per i richiedenti asilo distribuiti sul territorio”.
“Al di là degli indici economici e produttivi tra i più bassi del Paese che purtroppo attanagliano la nostra provincia, ci sono, a nostro avviso, altre valutazioni che il governo dovrebbe compiere prima di procedere con l’insediamento di un’altra struttura d’accoglienza a forte impatto sociale su questo territorio.
Oltre ad ospitare il più grande Centro d’accoglienza d’Europa (si è arrivati a dare alloggio a oltre 1.800 migranti), nel Crotonese risiedono infatti altri 18 centri Sprar che vantano una capacità d’accoglienza pari a circa 280 posti (raddoppiabili in casi d’emergenza fino a un numero di circa 500); inoltre la Croce rossa italiana ha di recente allestito un Centro d’urgenza per migranti che ha un’ulteriore capienza di 60 posti. Facendo una somma algebrica di tutti gli ospiti alloggiati nelle strutture autorizzate sul territorio si giunge ad una media giornaliera di presenze vicina alle 2.000 unità che, nella maggior parte dei casi, si riversano nella città capoluogo per disbrigo pratiche fra Prefettura e Questura”.
“Fino ad oggi, gli operatori del sociale, seppur tra mille difficoltà e in condizioni di forte ristrettezza economica, hanno provveduto a limitare l’impatto che questi flussi hanno inevitabilmente avuto nelle comunità di riferimento. Insediare, in un futuro prossimo, un’ulteriore struttura d’accoglienza nel Crotonese significherebbe aumentare fortemente la presenza di migranti in un territorio che, sia dal punto di vista burocratico (iter di esamino e rilascio richieste), che dal punto di vista dei servizi da offrire a queste persone, è notevolmente impreparato. Tutto ciò, non potrebbe che alimentare i meccanismi di conflittualità sociale rispetto ad un equilibrio della convivenza tra i popoli già seriamente compromesso”.
“Ecco perché, su queste tematiche, richiamiamo l’attenzione dei parlamentari calabresi e del ministro Lanzetta in modo che essi stessi si facciano portavoce di tali istanze presso il Governo”.
“Al contempo, le associazioni e cooperative firmatarie, intendono farsi promotrici di alcune proposte concrete che potrebbero essere indirizzate al governo, stando sempre alla sensibilità e alla disponibilità che i nostri rappresentanti istituzionali vorranno riservare verso di esse. Dopo anni di esperienza nel settore ci sentiamo di affermare che: è necessario uniformare i vari tipi di Asilo politico; i grandi centri d’accoglienza vanno sostituiti con politiche di ripopolazione dei paesi che vivono il fenomeno dello spopolamento a causa dell’emigrazione interna (da prendere ad esempio i casi di Badolato, Acquaformosa e Riace in Calabria); dobbiamo definire un programma di “Capacity Bulding” atto ad ottimizzare e potenziare le competenze comuni tra gli attori del pubblico e del privato sociale; va aperta una riflessione sulla possibilità di alleggerimento dell’iter amministrativo connesso alla legittimazione della situazione del migrante; si può esternalizzare delle competenze per l’espletazione delle pratiche burocratiche anche al privato sociale; bisogna creare un punto di osservazione da parte del ministero all’Integrazione per promuovere e verificare le politiche migratorie applicate nei territorio dove insistono i centri di accoglienza più numerosi; è necessaria, in realtà come Crotone, realizzare una struttura d’accoglienza temporanea che dia la possibilità di brevi pernottamenti, servizi igienico sanitari, consulenza legale e assistenza psico-sociale, con il potenziamento delle mense esistenti e la creazione di una mensa pubblica”.
“Se si attuassero, anche solo in parte, queste politiche, a nostro avviso la nuova emergenza migranti potrebbe essere affrontata senza la necessità di creare tre nuovi megacentri di smistamento visto che quelli finora esistenti si sono rivelati di per sé farraginosi, quanto inefficaci a governare il sistema dell’accoglienza in Italia”.