Regionali: M5S, legge primarie mette Calabria fuori Costituzione
"La Calabria e' fuori dell'Italia, poichè le regole per il rinnovo degli organi elettivi della Regione sono state scritte o ratificate fuori della democrazia da chi dovrebbe soltanto gestire l'ordinario, tra l'altro con dubbia legittimazione". Lo dichiarano in una nota i parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, che aggiungono: "Le primarie per il candidato governatore a spese della Regione Calabria sono l'ultima violenza dell'attuale gruppo reggente, che per restare a palazzo va sfruttando la delicatissima situazione istituzionale conseguente alle dimissioni e alla sospensione del governatore Giuseppe Scopelliti".
Per i parlamentari Cinque Stelle, "la legge elettorale della Calabria è mostruosa, con lo sbarramento al 15%, l'accorpamento dei collegi provinciali e la figura del consigliere supplente in spregio alla sentenza della Corte costituzionale che ha imposto la riduzione dei seggi in Consiglio regionale. Le primarie dei partiti a spese dei contribuenti completano il piano dell'esigua minoranza oggi al potere, che, come in dittatura, sta truccando senza scrupoli le regole elettorali, con il forte rischio di aumentare l'odio popolare per la politica". Nesci, Morra, Parentela e Dieni concludono: "Il Movimento Cinque Stelle ha sempre fatto le primarie in rete, senza costi per nessuno. E' evidente il tentativo di escluderci, perseguito sistematicamente e unitariamente dall'odierno gruppo di potere. Tutto quanto sta avvenendo è contrario ai principi della Costituzione e ai valori della Repubblica. Ogni cittadino - scrivono - si chieda se questa Calabria è ancora parte della Repubblica".