Lamezia: Mmg impegnati in tre giornate scientifiche dedicate all’epatologia
Ha riscosso un grande successo di consensi e di partecipanti il corso di formazione in Epatologia per Medici di Medicina Generale organizzato dal Dott. Lorenzo Surace, Responsabile dell'Ambulatorio di Epatologia dell'ASP di Catanzaro e Coordinatore Scientifico dell'evento. Un corso di formazione in Epatologia destinato a 30 Medici di Medicina Generale della Regione Calabria, ai quali è stata fornita una serie di importanti conoscenze scientifiche e metodologie di diagnosi e terapia per la gestione di importanti malattie del Fegato.
In particolare il corso, che si è svolto in un hotel a Feroleto Antico, ha avuto tre distinti appuntamenti, nel corso dei quali sono stati trattate le malattie del fegato legate al metabolismo, all'azione diretta di alcuni virus, a cause genetiche e a fenomeni di autoimmunità. Sono stati inoltre affrontati due argomenti particolari quali la valutazione della fibrosi epatica con i nuovi strumenti tecnologici e la gestione del paziente trapiantato di fegato. Un corso quindi intensivo che ha visto la presenza di illustri relatori provenienti da varie parti d'Italia e i più esperti del settore.
Tra questi, la Dr.ssa Maurizia. R. Brunetto, direttore dell’unità operativa di Epatologia – Centro di riferimento regionale per la diagnosi e per il trattamento Epatopatie croniche e del tumore del fegato dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana.
“L’infezione da virus dell’epatite B - ha spiegato la dott.ssa Brunetto - è un’infezione al momento con bassa prevalenza in Italia, cioè meno dell’1% dei cittadini italiani. Si tratta di un’infezione che nella maggior parte dei casi è cronica, cioè si mantiene nel tempo, e fortunatamente solo il 40% delle persone con infezione cronica da virus dell’epatite B hanno un’epatite, mentre il 60% ha un’infezione senza malattia attiva di fegato.
Occorre però distinguere a quale gruppo si appartiene, perché in base a questo si deve decidere se fare una terapia con dei farmaci in grado di controllare il virus in caso ci sia l’epatite, oppure fare dei controlli annuali o semestrali per garantire che la situazione rimanga tranquilla nel tempo.
Se si è un portatore in attivo, cioè il soggetto senza malattia di fegato – ha aggiunto la dott.ssa Brunetto – deve comunque avere uno stile di vita sano, quindi un’alimentazione corretta, evitare il sovrappeso, l’eccesso di alcol, mantenere una regolare attività fisica, perché il virus dell’epatite B è un virus con dei potenziali oncogeni, che potrebbero favorire il tumore di fegato, anche se non c’è più l’epatite B, ma c’è una malattia di altra causa.
In Italia tutte le persone con età inferiore ai trenta anni sono vaccinate, quindi sono protette. Il virus si acquisisce prevalentemente per via sessuale, in questo senso sappiamo che c’è un vaccino, quindi può essere opportuno in certi casi sapere se si è protetti o no con un test del sangue, e se non lo si è, e se si sa che si è a rischio, vaccinarsi è molto importante”.
La manifestazione, patrocinata dall'ASP di Catanzaro e che ha visto impegnato come relatore anche il Direttore Generale dell'Azienda Dott. Gerardo Mancuso, ha ottenuto il patrocinio dell'AISF, la maggiore Associazione Scientifica italiana sulle malattie del fegato, che di recente ha prodotto un importante documento scientifico (indicazioni pratiche per un modello di gestione condivisa tra il Medico di Medicina Generale e Specialista Epatologo del paziente con epatite cronica virale da virus B e C) che è stato distribuito a tutti i partecipanti del Corso.
L'Ambulatorio di Epatologia diretto dal Dottore Surace è ubicato nell'Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme ed è anche Centro di valutazione e follow-up dei trapianti di fegato, struttura dedicata alla valutazione dei pazienti che necessitano di un eventuale trapianto di fegato, e dedicata anche a coloro i quali, una volta trapiantati, necessitano dei periodici controlli.
Tale specifica attività consente quindi di ridurre spesso un'inutile e dispendiosa migrazione sanitaria evitando sacrifici e disagi a tanti cittadini calabresi. A tal fine infatti, la struttura di Epatologia negli ultimi tempi è stata adeguatamente potenziata dal Management aziendale con la dotazione di importanti strumenti tecnologici tra cui il Fibroscan, unico peraltro in tutta la Regione e quindi in grado di soddisfare le esigenze di tutti gli epatopatici calabresi.