D’Alia (Udc): “E’ necessario avviare i processi di democrazia partecipata”

Crotone Politica
D'Alia e Magarò

Linearità, comunicazione, bisogni, alleanza, giovani, iniziative, tante le parole chiave scelte, una per ogni lettera dell’alfabeto, per un dibattito pubblico, organizzato dalla segretaria UDC della provincia di Crotone Giulia Magarò, che ha permesso ad amici e militanti di poter esprimere la propria opinione riguardo ad un partito che senza se e senza ma ha bisogno di essere rivisto. Temi che riflettono appieno l’obbiettivo dell’incontro con il Presidente dell’UDC Giampiero D’Alia, quello di aggiornare ed innovare un partito che deve ritrovare la sua dimensione futura.

Lo stesso segretario regionale dell’Udc Gino Trematerra, presente all’incontro, ha riconosciuto la necessità di passare dalle parole ai fatti, per dare una speranza a giovani e meno giovani, secondo Trematerra è importante puntare sulla qualità e non soltanto sull’idea di un rinnovamento dal punto di vista anagrafico.

Giulia Magarò nel suo intervento ha ribadito l’importanza di fare una politica al servizio del cittadino. Una politica h24, costruita a misura di uomo, fondata su valori che non sono in vendita, una politica che non ha bisogno di quote rosa, in quanto rappresentano una sorta di ghettizzazione delle donne.

Fra le diverse proposte all’interno della lettera aperta al presidente D’Alia anche quella di aprire le sezioni del partito ai movimenti, senza voler rottamare nulla. Una riunione atipica organizzata non da qualcuno contro qualcun altro, ma una possibilità per raccogliere le istanze che vengono dalla base Il concetto di innovazione è stato molto apprezzato dall’assessore regionale all’Urbanistica Alfonso Dattolo, un concetto da mettere in pratica in ogni settore della vita amministrativa. “Oggi - ha continuato l’assessore, stiamo vivendo una fase un po’ opaca, ed è necessario cambiare atteggiamento, aprirsi al confronto, e quella di questa sera è un’iniziativa singolare ma estremamente importante perché aiuta il processo di partecipazione e accresce la curiosità quel quid che oggi manca, quel motivo in più per avvicinarsi alla politica”.

Nei vari interventi che si sono susseguiti nel corso della serata è emersa la necessità di un reale confronto democratico all’interno di un partito che deve, ad iniziare dai piani alti, attenzionare le reali esigenze dei singoli territori. Dopo aver ascoltato le varie istanze, D’Alia ha fatto un quadro sulla situazione politica attuale in Italia. “Ho scelto di fare il presidente dell’Udc - ha dichiarato - per garantire la sopravvivenza di un partito spaccato in due. Nel 2008 L’Udc ha detto no ad un partito unico del centrodestra, perché legato ad una singola persona e non ad un progetto politico valido. Nel 2011 l’opposizione ferma in Parlamento ha dato ulteriore prova di quanto il bipolarismo non avesse più futuro. L’errore che si continua a commettere è quello di pensare che politicamente non sia cambiato nulla, quando in realtà siamo vittime di un cambiamento del quale non siamo stati all’altezza. Riformismo non fa rima con cinismo, ha continuato D’Alia, ma si tratta di un processo delicato che va fatto mettendosi nei panni dei destinatari delle riforme”.

L’Udc oggi ha una grande responsabilità quella di capire dove vuole andare, all’interno di uno scenario nazionale già ben definito. La destra viene incarnata da Salvini, con la lega che ha abbandonato l’idea del federalismo e sta cercando di costruire un partito nazionale e populista. Dall’altra parte Forza Italia tiene prigioniera una grande fetta dell’elettorato italiano oscillando tra Renzi e Salvini, mentre l’Udc è preoccupato delle alleanze con il Nuovo Centro destra e Renzi va da solo. “Nonostante gli errori gravi commessi dall’Udc, D’Alia è convinto che il partito da lui guidato possa ancora dare un importante contributo. L’Udc non deve essere un surrogato dell’Udeur di Mastella, la nostra – ha concluso D’Alia - è una sorta di sfida al conformismo, il nostro obiettivo è quello di costruire una democrazia partecipata. Se dobbiamo scimmiottare questo o quel partito, allora possiamo chiudere baracca, io non credo sia così e dunque non ho intenzione di mollare”.

Un incontro quello crotonese, che ha rappresentato un’opportunità reale per continuare a credere nella politica con la P maiuscola, quella politica in grado di avere un peso nella società.