Petizione di Catalano contro la carenza infrastrutturale della regione

Cosenza Infrastrutture

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pasquale Catalano relativa alla petizione popolare contro il deficit infrastrutturale alla Camera dei deputati

“L’ufficio legislativo della Camera dei Deputati, a seguito di una petizione popolare ex articolo 50 della Costituzione Pasquale Catalano e firmata da oltre 140 cittadini, inviata l’11 giugno al Ministero delle infrastrutture, della Giustizia, delle Finanze ed ad altri organi Istituzionali, con la quale si denunciavano le gravi carenze infrastrutturali nella sibaritide e nella fascia ionica, comunicava, in data 30 c.m. all’avv. Catalano, che detta petizione era stata annunciata all’Assemblea della Camera in data 25 giugno ed assegnata con il n. 685 alla VIII Commissione (Ambiente) per il naturale iter legislativo.

Con la petizione si evidenziavano innanzitutto i disagi dei cittadini e utenti della Giustizia del comprensorio di Rossano/Corigliano, fascia ionica cosentina e presila, a raggiungere la sede del tribunale accorpante di Castrovillari, allo stato priva di tratte di collegamento con mezzi pubblici sia su gomma che su ferrovia.

Un’annosa grave carenza di infrastrutture e servizi maggiormente aggravata dalla recente soppressione del Tribunale di Rossano – che ha determinato un enorme aggravio di costi di accesso alla giustizia fino a 700% - dalla chiusura o ridimensionamento di alcuni ospedali (Cariati, S. Marco Argentano, Acri e Trebisacce), dalla più volte invocata mancanza di un aeroporto nella Sibaritide, che di fatto impedisce il decollo dell’economia agro/alimentare e turistica; l’assurda soppressione dei treni a lunga percorrenza ed anche di alcune corse regionali che di fatto isolano la fascia ionica non solo dagli altri centri calabresi, ma soprattutto dal resto dell’Italia; l’annosa questione della pericolosità e inadeguatezza della SS 106 e di altre tratte stradali insidiose che risultano le uniche vie di collegamento tra i paesi del comprensorio e la rete autostradale A3 e A14.

Con la diffida petizione si è inteso invitare il governo e gli altri organi istituzionali a porre in essere immediati interventi e rimedi atti a garantire a questo territorio una giusta e legittima fruizione dei servizi ed una migliore percorribilità (viaria e ferroviaria), ricorrendo anche a sopralluoghi tecnici in tempi brevi per verificare le precarietà dei servizi e collegamenti ed i gravi disagi della popolazione.

In sostanza si è voluto evidenziare lo stato di abbandono di questo territorio da parte dello stato che determina la violazione del diritto alla parità di dignità sociale espressamente sancito dall’art.3 della costituzione e che potrà anche trovare tutela con opportune azioni giudiziarie, ivi compreso il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo”.





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