Mare: Goletta Verde a Brancaleone, “difendiamo le coste”
Dopo quattro anni Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente, torna a Brancaleone sulla costa jonica di Reggio Calabria, per ribadire che l'assalto della 'ndrangheta sul turismo calabrese non è una invenzione degli ambientalisti, ma un pericolo concreto contro il quale occorre mantenere alta l'attenzione.
Un nuovo blitz dell'equipaggio dell'imbarcazione ambientalista in uno dei luoghi simboli dello scempio in Calabria, per ribadire che la criminalità organizzata ha sempre più interessi, e spesso è addirittura infiltrata, nel settore turistico della regione e prende di mira le coste e le bellezze del territorio per i suoi loschi affari. Il blitz di oggi segue quello realizzato nell'estate 2010, quando l'imbarcazione ambientalista arrivò a Brancaleone per accendere i riflettori sul villaggio "Gioiello del mare" - che figura tra i 17 villaggi sequestrati, di cui 12 nella Locride e altri 4 nella vicina Isca sullo Ionio, insieme ad altre 1300 unità abitative per un valore complessivo di 450 milioni di euro - costruito su un'area dallo straordinario valore ambientale, scelta come luogo di nidificazione dalle tartarughe marine. Un blitz che, tanto per cambiare, scatenòo' le ire degli uomini delle istituzioni locali e costò agli ambientalisti addirittura una querela per diffamazione da parte dei titolari della società, poi archiviata dal Tribunale di Roma. Invece, secondo la Dda reggina, in un'indagine coordinata da Nicola Gratteri, quel complesso l'avrebbero tirato su, a venti passi dalla battigia, alcune imprese vicine alle cosche. Proprio in uno degli ultimi siti di nidificazione delle tartarughe caretta-caretta, una splendida fascia dunale ricca di biodiversità. Cementificare anche quel lembo di spiaggia è stata, secondo gli inquirenti, la loro inconfondibile impronta.
"E' da lungo tempo che vigiliamo sul grande affare dei villaggi turistici - dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente - dietro i quali non è difficile scorgere le manovre della 'ndrangheta. La magistratura e le forze dell'ordine stanno svolgendo in questi anni un lavoro encomiabile, ma la Calabria è ugualmente sconfitta: territori splendidi, coste incantevoli, luoghi suggestivi sono stati macchiati dal cemento selvaggio, nonostante le nostre puntuali e costanti denunce, a causa delle compiacenze di burocrati e amministratori che consentono sistematicamente l'aggiramento delle norme edilizie. Occorre continuare a vigilare contro questa sorta di "illegalità autorizzata", ma soprattutto la società calabrese deve imparare a intervenire tempestivamente per difendere le nostre ricchezze ambientali, per contrapporre al turismo della 'ndrangheta il modello virtuoso del turismo sostenibile. Le nostre denunce contro il villaggio "Gioiello del mare" e la cementificazione selvaggia di quel tratto di costa calabrese erano più che fondate e a nulla sono valsi i tentativi di intimidirci con azioni di querela per diffamazione che poi sono state archiviate. Quello che serve ora non è fare la guerra a chi denuncia gli scempi, ma una seria presa di coscienza del problema da parte di tutti, amministrazioni, cittadini e istituzioni affinche' queste situazioni non si verifichino più. La Calabria è una terra ricca di bellezze paesaggistiche, di storia e cultura, che devono essere valorizzate e non deturpate".