Call center: Azzola (Slc Cgil) continua lo stillicidio di imprese e lavoratori per l’assenza di regole del settore
“Infocontact, 1800 lavoratori con problemi di retribuzione; il Tribunale informa che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe nominare i commissari straordinari il prossimo 24 luglio. British Telecom (fornitore dei servizi di telefonia anche per il Ministero del Lavoro) ufficializza di spostare la commessa ad altro sito, che non viene nemmeno dichiarato, lasciando i 280 lavoratori, ex dipendenti di British Telecom, a casa dal 1° ottobre.”
“Così le follie generate da un vuoto normativo presente solo nel nostro Paese (gli altri Paesi Europei hanno correttamente recepito i contenuti di una direttiva europea di tutela dei diritti dei lavoratori del 2001) generano ulteriore disoccupazione con costi enormi a carico delle casse dello stato mentre la committenza (Enel, Wind, Con Te Assicurazioni, Poste Mobile, Vodafone, Telecom, Eni e, appunto, il Ministero del Lavoro) continuano fare utili a scapito dei lavoratori – dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.
“E’ un sistema insostenibile. Da un lato la qualità che viene offerta ai cittadini / clienti è sempre più bassa a causa del continuo spostarsi delle commesse che non consente una professionalità adeguata dei lavoratori, con lamentele causate dai disservizi in crescita e cittadini che si rivolgono ai call center sempre con maggiore disagio. Dall’altro un dramma sociale che aumenta di giorno in giorno nella totale assenza di un intervento della politica e del Governo che si limitano a rilasciare attesati di solidarietà.”
“Non siamo in presenza di rivendicazioni atte a difendere caste, corporazioni o privilegi ma di giovani lavoratori che perdono la loro occupazione a causa di un vuoto normativo – prosegue il sindacalista. Infatti, le richieste non di risorse pubbliche aggiuntive, ma di recepire una normativa europea che tutela i lavoratori e impedisce i fenomeni in corso nel nostro Paese.”
“Nel resto d’Europa la crisi dei call center è del tutto marginale. Le delocalizzazioni assumono invece rilevanza in Italia, proprio perché la normativa introdotta dalla direttiva europea impedisce scorciatoie come quelle utilizzate dai committenti italiani.”
“Tanta attenzione riservata alla vicenda Alitalia mentre si stanno perdendo migliaia di posti di lavoro nell’unico settore che è stato in grado di garantire assunzioni ai giovani nell’ultimo decennio.
“Innovazione e cambiamento non sono autocertificabili con le dichiarazioni stampa del Presidente del Consiglio – ricorda Azzola - ma si possono misurare dal grado di perfetta continuità che l’esecutivo dimostra nella gestione del settore. Queste lavoratrici e questi lavoratori chiedono un cambiamento, chiedono di avere le stesse tutele dei loro colleghi presenti negli altri Paesi Europei, chiedono di poter dare un servizio migliore ai cittadini e ai clienti italiani. Non vogliono essere considerati come disturbatori o lavoratori incapaci di risolvere i problemi che vengono loro posti.”
“Il presidente del Consiglio – conclude il sindacalista - ha il dovere di dire perché ostacola questo cambiamento, perché non vuole migliorare la qualità dei servizi a cittadini e clienti, perché rifiuta di dare una speranza ai giovani lavoratori del settore e infine perché si è allineato a chi, in questi anni, ha sfruttato il vuoto normativo per incamerare ingenti guadagni.”