Il Movimento per la difesa del cittadino deposita ricorso al Tar e diffida il Governo per urgente indizione delle elezioni
Il Movimento difesa del Cittadino (MDC), attraverso il suo legale Gianluigi Pellegrino, ha presentato ricorso al Tar e diffida al Governo per la vergognosa e incostituzionale situazione in cui si trova la Regione Calabria dove, a seguito di condanna penale, il Presidente Scopelliti si è dimesso e il consiglio è stato dichiarato sciolto. Ciononostante non vengono indette le elezioni e continuano a percepirsi indennità e assumersi atti di spesa e di ordinaria amministrazione.
L'associazione nazionale ha presentato l'esposto con la collaborazione della sua sede di Cosenza, nella persona del responsabile Giorgio Durante.
Il Movimento Difesa del Cittadino, sempre con l'avvocato Pellegrino nel 2012 ha ottenuto dalla giustizia amministrativa l’ordine alla Presidente Polverini di indire le elezioni per la Regione Lazio e nel 2011 ha bloccato l'ampliamento del Consiglio regionale pugliese che indebitamente si cercava di far passare.
“La violazione di elementari principi democratici – evidenzia l’avvocato Pellegrino - è persino più grave di quella che denunciammo nel Lazio ottenendo dal Tar e dal Consiglio di Stato la indizione delle elezioni. In Calabria si sta assistendo davvero al peggio. Ed infatti il Consiglio, pure già sciolto, consapevole che il Prefetto avrebbe indetto immediatamente le elezioni, ha approvato una legge con cui ha tolto la competenza al Prefetto e l’ha data al vicepresidente della stessa Giunta regionale che infatti si sta guardando bene dall’indire le elezioni consentendo tra l’altro il vergognoso perpetuarsi delle indennità a favore di chi non ne ha alcun titolo e letteralmente scippando la democrazia di base ai cittadini Calabresi. L'attuale consiglio regionale per numero di inquisiti ha perfino superato in numero quello della precedente giunta Loiero”.
“La Costituzione agli articoli 120 e 126 – conclude Pellegrino - impone al Governo di intervenire e lo abbiamo per questo diffidato. Altrimenti dovrà ancora una volta pensarci il giudice amministrativo davanti alla protervia e all’ignavia delle istituzioni”.