Lettera in redazione | Pronto soccorso Reggio: ma dove vai se l’amico non ce l’hai
Riceviamo e pubblichiamo lettera firmata di un cittadino italiano sulla sanità a Reggio:
“Stamattina mi sono recato all’unità di pronto soccorso degli OO.RR. di Reggio Calabria per delle complicazioni avute in seguito ad un trauma toracico subito circa dieci gg fa. L’accettazione mi ha registrato alle 07:10.
Sono rimasto un po’ perplesso nel vedere che ero presente in quel momento solo io, ma lungo il passare del tempo la sala d’attesa si stava riempiendo. Stavo notando che molti utenti stavano ricorrendo alla “scorciatoia” dell’amico di turno oppure e se l’amico di turno era in ferie, lo rintracciavano telefonicamente per, come consuetudine reggina, avere delle agevolazioni sulla velocità di intervento da parte degli operatori sanitari presenti.
All’arrivo di qualche clandestino con disturbi apparentemente di lievi entità, le porte centrali del pronto soccorso si spalancavano in maniera immediata. Dopo due ore di attesa, la mia pazienza si è esaurita, in quanto vedevo scavalcato il mio turno da una utente con un problema meno grave del mio.
Mentre mi accingevo a chiedere le motivazioni di quello che stava accadendo, notavo un gruppetto di personale medico ad oziare nella saletta e la risposta ricevuta è stata che l’utente appena giunta aveva subìto il trauma in mattinata, per cui suppongo abbiano valutato che le mie complicazioni da trauma toracico fossero meno gravi di una distorsione al piede.
Ho chiesto il rilascio di documentazione attestante la mia accettazione al pronto soccorso, ma guarda caso non funzionava la stampante. Mi impegnerò pertanto, a trovare l’ amico di turno anche io oppure mi fingerò clandestino appena sbarcato così sarò sicuro di poter ricevere il DIRITTO sacrosanto ad essere assistito con priorità anche se ogni mese sulla mia busta paga, pago puntualmente le tasse, parte delle quali destinate al sistema sanitario italiano.
Invito, altresì, i dirigenti del pronto soccorso a far indossare il tesserino di riconoscimento al personale impegnato, visto che è un obbligo e non un optional.”
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