Costanzo: “Risolvere il problema dell’accesso ai finanziamenti delle aziende Fincalabra”
“Se volessimo lanciare una provocazione a livello nazionale dovremmo dire "non mandateci più soldi per aiuti alle imprese o per la nascita di nuove imprese perchè la nostra burocrazia, elefantiaca ed autoreferenziale non è in grado di gestire queste risorse". Lo dichiara in una nota stampa il consigliere comunale di Catanzaro, Sergio Costanzo.
“Accade infatti che un'azienda catanzarese, ammessa ai benefici previsti da un bando per gli atti alle imprese, gestito da una delle tante sovrastrutture di una Regione che ha migliaia di dipendenti ma non riesce a dare risposte, si trovi a quasi un anno da quella ammissione a non aver visto neanche un soldo. E così crediamo sia per tante altre piccole o medie aziende che ripongono speranze negli aiuti pubblici per tirare il fiato o avviare nuove attività e creare così lavoro. Tante altre, scoraggiate dall'inefficienza dei burocrati, addirittura rinunciano proprio a presentare domanda di agevolazione.
Nella fattispecie è accaduto che un'azienda catanzarese, si sia vista rispondere da Fincalabra che non era competenza sua la liquidazione della prima tranche di finanziamento e che questo sarebbe stato compito della banca concessionaria, Unicredit, da cui ovviamente ad oggi non è arrivata alcuna risposta. Allora mi chiedo, che senso ha? Che senso ha tenere in piedi una struttura regionale che dovrebbe facilitare l'utenza senza gravarla di ulteriori costi (quelli della consulenza ad esempio di commercialisti ed avvocati per vedere rispettati i propri diritti acquisiti), che senso ha firmare convezioni con le banche, il cui sistema di oggi (parlo ovviamente del sistema banche e non del personale che segue direttive) costituisce la barriera più alta all'ingresso nel mercato di nuove attività.
Che senso ha? Fuori da demagogia facile, oggi va risolto il problema di questa azienda catanzarese e di molte altre e vanno individuate subito le responsabilità, dopo di che chiediamoci se siamo in grado di gestire una nuova programmazione europea o se, per accontentare i burocrati, non abbiamo decretato il definitivo fallimento della politica europea in Calabria”.