Lettera di Antonio Guerrieri (Sel) ai cittadini di Locri
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Antonio Guerrieri, Referente Comunale “Sinistra Ecologià e Libertà”, indirizzata ai cittadini di Locri.
“Caro Cittadino di Locri,
sono solito rivolgermi, da cittadino come te e da militante, alle varie istituzioni locali e nazionali per far sì che si affrontino le principali questioni che nella quotidianità la popolazione si ritrova a vivere.
Questa volta scrivo proprio a te per condividere il sentimento di preoccupazione e di sconforto di fronte alla “lettera a Gesù Bambino” che il nostro Sindaco Giovanni Calabrese ha scritto con la stessa enfasi con cui a Lui probabilmente già scriveva, in tenera età, pochi giorni prima di Natale.
Leggere le accalorate parole del Dott. Calabrese, che so voler bene a Locri quanto e più di me e di noi, non mi ha divertito, non mi ha entusiasmato, ma mi ha dato un’ulteriore conferma, scritta di suo pugno, del fatto che egli non sia né in grado di governare il Comune, né questa Città, né di avere normali relazioni istituzionali con le altre autorità e con gli altri livelli politici e amministrativi, ma si affida ad improvvisazione e PROVVIDENZA.
Dopo aver convinto i Locresi, durante la famosa ed illegale (infrangendo incontrastato la rigida normativa) kermesse elettorale del 24 maggio dell’anno scorso, che era cosa buona e giusta affidarsi a lui perché amico del lì presente Scopelliti, lo ha poi rinnegato il giorno dopo la sua condanna per fatti già conosciuti ed evidenti da anni rimanendo e facendo rimanere la nostra Città senza riferimenti politici e amministrativi anche dello stesso colore della sua amministrazione con tutto ciò che ne è conseguito, vicenda ospedale in primis.
Allo stesso modo oggi afferma di non sapere a chi rivolgersi in quanto, a suo dire, né la Procura, né la Guardia di Finanza né l’Arma dei Carabinieri nonché neanche il Corpo di Polizia Municipale da lui dipendente sarebbero stati in grado di gestire alcune situazioni interne ed esterne all’Amministrazione comunale.
Arriva a sconfessare, indirettamente e sognando una promozione a Direttore Generale del dipendente comunale Giuseppe Marrara, persino il Segretario Generale (figura equivalente al Direttore Generale in un ente come il nostro) Domenico Scuglia, da lui scelto, probabilmente avendo saputo (e volendo evitare di dover eventualmente rinnegare anche lui in caso di condanna) della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Vibo per lui e per altri amministratori della società consortile Proserpina per bancarotta fraudolenta o per aver appurato che lo stesso Scuglia era Segretario Generale della Provincia di Vibo Valentia durante parte del periodo oggetto di contestazione in merito alla recente richiesta di dissesto dell’ente provinciale vibonese.
Si fa, inoltre, sconfessare dal suo nominato consigliere d’amministrazione alle Terme, Zadotti, il quale si dimette perché “nessuno vuole privatizzare l’ente”, come lo stesso Zadotti vorrebbe, nonostante nessuno gli abbia mai ufficialmente dato, né avrebbe potuto in quanto materia di consiglio comunale, dare questo incarico.
Non posso non fare cenno, poi, alla strumentalizzazione della morte del nostro concittadino Longo, che non conoscevo e di cui mi dispiace, perpetuata attraverso un’enfatica e misericordiosa propaganda di un qualcosa previsto come obbligo di legge e cioè la tumulazione pagata dal Comune per gli indigenti e per le persone con parenti irreperibili. Ciò ripetendo in diverso modo la scenata messa in piedi qualche mese fa di fronte alla morte di una cittadina rumena per cui la legge stessa ha impedito al compagno di vita di potersi occupare direttamente delle pratiche burocratiche. Anche nel caso del sig. Longo una indiretta ammissione “d’incapacità” tra le righe dei vari comunicati stampa in cui si sono messe in evidenza le drammatiche situazioni di disagio che avrebbero contribuito ad aggravarne le condizioni di salute: dov’erano fino al tragico epilogo i Servizi Sociali comunali di cui il Sindaco ha trattenuto la delega assessorile?
Concludo con un cenno ai dipendenti di cui spesso si parla e si straparla, specie di fronte ad evidenti disservizi che in tanti casi, è da ammettere, non hanno alcuna giustificazione. Ho avuto modo di conoscere gran parte di loro e da loro ho chiesto negli anni un parere sulla loro condizione e sull’andamento generale del Comune. Da tutti, più o meno, una simile risposta: il grave danno lo fa il decennale mancato rispetto dei ruoli e soprattutto le ingerenze della politica nel normale rapporto tra dirigenza amministrativa e dipendenti. Prassi comune a Locri e non imputabile solamente all’odierna amministrazione e fenomeno diffuso in Italia tant’è che la Legge Bassanini qualche anno fa ha sancito la netta separazione tra la componente politica (Sindaco e Giunta) e componente amministrativa (dirigenti e dipendenti). Fino a quando vi saranno Sindaci e assessori rincorrere i camion dell’immondizia, supervisionare (o addirittura metterla in atto) la sistemazione delle buche stradali, improvvisarsi vigili urbani (e sanzionati per questo) o che invece di interpellare e responsabilizzare la dirigenza sul presunto inesistente lavoro o sul mancato spirito di servizio dei dipendenti preferiranno sottoporre quest’ultimi alla pubblica gogna invece che ammettere la propria incapacità politico-amministrativa non si potrà parlare di buona o di cattiva amministrazione, ma solamente di fortunata o sfortunata improvvisazione”.
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