Intitolazione chiesa Santa Venere, Nunnari: "una splendida esperienza umana”

Reggio Calabria Attualità
L'incontro

"L'uomo della periferia era nel cuore di Monsignore Giovanni Ferro": le parole di Monsignore Salvatore Nunnari sintetizzano il significato di una giornata di festa a Santa Venere per i 40 anni della dedicazione della Chiesa, alla presenza degli abitanti del centro aspromontano e di numerosi volontari di allora, oggi sessantenni, che sotto la sapiente guida dei "mastri santavenerini" hanno operato per la costruzione del tempio.

L'occasione è anche la presentazione di un libro, "Il sapore della condivisione", che questa esperienza racconta e consegna alla storia civile ed ecclesiale del nostro territorio. Un libro, scritto da Gianni Marcianò, particolarmente dedicato alla figura di don Lillo Spinelli, che diceva che "la storia di Santa Venere è una storia di fatti e non di parole", volendo indicare come una condivisione "praticata nella sobrietà e nella solidarietà" è capace di realizzare grandi opere, spirituali e materiali, personali e comunitarie. L'iniziativa è stata promossa dal gruppo “Amici di Santa Venere”, coordinato da Bruno Praticò che ha moderato l'incontro svoltosi proprio nella Chiesa costruita dai volontari.

L'Amministratore Parrocchiale, don Davide Imeneo, ringrazia i convenuti auspicando che si mantenga vivo l'impegno verso le necessità di questa comunità di periferia, anche con il contributo di questa pubblicazione. Il libro racconta di una costruzione realizzata con poche risorse, ma in una generosa gara di servizio e di condivisione, in uno scambio di amicizia e di umanità, tra i volontari e la gente dell'altopiano. “Lo spirito di servizio che ha connotato questa esperienza”, continua don Davide, “sostenuto da una formazione umana e cristiana, è entrato nella esistenza dei protagonisti fino a farne un orientamento per tutta la loro vita, addirittura arricchendola di quel sapore che ti penetra dentro e che alimenta il senso della memoria”.

Sono molti i giovani degli anni settanta che fanno sentire la loro voce nelle pagine del libro e che in questa giornata di festa rinnovano con il racconto la passione per una esperienza che li ha visto protagonisti. Nelle parole di tanti il ricordo di una forte esperienza associativa, nell'Azione Cattolica in particolare, che coniugando cammino formativo e esercizio di servizio ha fatto maturare scelte di impegno e di solidarietà, esperienze di comunità e di condivisione. Non manca anche il ricordo di tanti amici, preti e laici, che ora vivono la dimensione della eternità.

Ovviamente in molti è ancora viva la ricchezza dei tanti episodi, nella semplicità della narrazione, esprimono il senso di una esperienza appassionata e coinvolgente. Sono di grande tenerezza le espressioni di Andrea Sapone che, a nome della comunità di Santa Venere, ringrazia quanti sono venuti dalla città: "La presenza di don Nunnari e dei sacerdoti ci inorgoglisce. Tante parrocchie non hanno queste carezze".

Don Iachino dice che Santa Venere appartiene a tutti e va sostenuta, in particolare dalle associazioni cattoliche, che questa esperienza hanno vissuto come itinerario educativo e crescita ecclesiale. Una finestra sugli anni sessanta e settanta l'ha aperta Nicola Petrolino per dare una lettura della forza del cambiamento che si espressa nei gruppi giovanili delle parrocchie in risposta alle grandi aperture del Concilio Vaticano II.

L'intervento finale è di Salvatore Nunnari: "Santa Venere ci ha fatto incontrare". Lo fa ancora in questa occasione dell'anniversario della dedicazione della Chiesa. “Santa Venere è stata allora un itinerario di formazione all'umano, perchè incontro vero con Gesù, amico dell'uomo”. L'Arcivescovo di Cosenza-Bisignano sottolinea ancora altri aspetti: “Particolarmente significativa è stata l'esperienza del gemellaggio che ha legato la parrocchia del Soccorso con Santa Venere: il gemellaggio è stata un'esperienza di condivisione ed esercizio di scambio formativo”. Un particolare contributo è stato dato dalla forza educativa dell'Azione Cattolica, che nel suo carisma contiene la pastoralità come servizio alla comunità cristiana. L'A.C., oltre che collaborazione, diviene per il parroco riferimento di spiritualità e di vita cristiana.

L'esempio e lo stile di Ferro hanno poi segnato la comunità nascente dell'Altopiano di Santa Venere: “un Vescovo che non mandava soltanto, ma precedeva nel servizio”. Un servizio ecclesiale che continua ancora oggi ad essere l'unico punto di riferimento di una comunità numerosa, ma abbandonata dalle Istituzioni e dallo Stato.