Sbarchi. In 1400 a Crotone, tra loro un neonato morto
1375, meno uno: il neonato che oltre che dall’Italia è stato “rifiutato” - ci si passi il termine - anche dalla piccola bara imbarcata per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio: troppo piccola per il suo pur esile corpicino. È stato fatto scendere per primo dall’enorme nave, la San Giusto, attraccata al porto di Crotone esattamente alle 17.30 con il suo carico di vite umane e di speranze.
Lo sbarco di immigrati più imponente registrato fino ad oggi nella città pitagorica e che dimostra ancora una volta come, dalla Marina Militare, alle Capitanerie, passando per le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato, la città e l’intera nazione sappiano esprimere le loro migliori eccellenze in fatto di organizzazione e soprattutto di accoglienza.
L’allarme era scattato già ieri pomeriggio e la macchina dei soccorsi si era subito messa in moto per far fronte alla marea umana che, soccorsa nelle acque del Mediterraneo, è stata prontamente raccolta dalle unità impegnate nell’operazione Marte Nostrum. Tra loro quasi 200 le donne, tra cui alcune incinte, e 150 i minorenni. Dopo lo sbarco sulla banchina crotonese, i primi controlli medici (39 i casi di scabbia riscontrati) e i trasferimenti in ambulanza presso l’ospedale cittadino. Per tutti una trentina i pullman schierati ad attenderli. In 100 saranno accompagnati presso il Cda/Cara Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto; gli altri - come disposto dal Ministero - saranno trasferiti invece nei centri dislocati in tutta Italia. Lunghe e meticolose le attività di prima assistenza con gli operatori attivi già dal primo pomeriggio di oggi e che saranno impegnati, presumibilmente, fino a tarda notte.
Il feretro bianco della piccola principessa coopta benedetto da Don Scordio | di Vito Barresi