Reggio. Sbarco del 17 settembre: arrestati tre presunti scafisti

Reggio Calabria Cronaca

Tre soggetti, due di nazionalità egiziana ed un nigeriano, sono stati arrestati dalla questura di Reggio Calabria con l’accusa di essere gli scafisti dello sbarco avvenuto nella città dello Stretto mercoledì scorso, 17 settembre.

La polizia ha identificato pertanto: Mohammad Alhage, nigeriano 44enne; Mohammad Goda, egiziano di 28 anni ed il suo connazionale Ahmed Ibrahim Mohammed Algharib Alssaih (alias Ahmad Alssaih), 29 anni. Nei loro confronti, sarebbero emersi gravi indizi accertati grazie alla proficua collaborazione di alcuni migranti.

Sussistendo un concreto pericolo di fuga la Squadra Mobile ha pertanto proceduto ad un fermo di indiziato di delitto che è stato notificato agli indagati nella tarda serata di ieri. I tre dovrann rispondere di associazione per delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza di aver sottoposto i migranti a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, nonché di averli sottoposti a trattamento inumano o degradante.

Durante lo sbarco di mercoledì scorso sono giunti nel porto di Reggio Calabria 880 cittadini extracomunitari, di cui uno deceduto (provenienti dalla Libia e di asserita provenienza subsahariana e mediorientale) che erano stati soccorsi dalla Nave “Aliseo” della Marina Militare in acque internazionali nell’ambito dell’operazione “Mare nostrum”. L’indagine volta ad individuare i membri degli equipaggi che hanno trasportato i migranti dalle coste libiche verso l’Italia, è stata da subito condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.

A bordo del peschereccio utilizzato dai clandestini venne anche ritrovato il cadavere di un soggetto, allo stato ignoto, che era stato trasbordato a bordo della Nave Aliseo. Ibrahim Mohammed Algharib Alssaih Ahmed e Mohammad Goda, sono stati pertanto ritenuti responsabili dell’evento SAR che ha portato al salvataggio dei migranti che viaggiavano a bordo del peschereccio su cui sarebbe deceduto l’uomo ritrovato cadavere.

Le indagini hanno evidenziato che i migranti sarebbero partiti da una imprecisata località della Libia, nella notte del 13 settembre corso e ciascuno di loro avrebbe corrisposto ai membri dell’organizzazione distinte somme di denaro: una quota come corrispettivo del viaggio sui mezzi di trasporto terrestre (per gli spostamenti dai paesi di origine fino alla Libia) ed una quota per il viaggio da effettuare a bordo di imbarcazioni partite dalle coste di Tripoli; il tutto per un importo complessivo compreso tra i duemila e tremila dollari. L’attività investigativa, con il coordinamento della Procura, prosegue al fine di individuare gli altri membri dell’organizzazione.