S. Anna Hospital: concluso il “corso istituzionale teorico pratico” della Sidv
Con l’esame finale svoltosi qualche giorno fa al S.Anna Hospital, si è ufficialmente concluso il “Corso istituzionale semestrale teorico pratico” SIDV, iniziato lo scorso marzo.
È la prima volta che la Società Italiana di Diagnostica Vascolare svolge in Calabria quella che è considerata una delle sue più importanti attività formative ECM, indispensabile per gli specialisti in esami vascolari a ultrasuoni che intendono ottenere l’accreditamento di qualità.
Sei in tutto, i professionisti che hanno partecipato al corso; un numero solo apparentemente esiguo ma che dà l’idea del rigore e della selettività del corso stesso. Si tratta, in particolare, dei dottori Cristina Nesta e Cesare Pucci, cardiologi presso l’azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” Di Catanzaro; Maria Antonietta Cantelmi, medico di medicina generala a Cosenza; Francesco Mio, chirurgo dell’ASP di Vibo; Ester Sessa, radiologa, direttore sanitario del Biocontrol di Cosenza; Marco Prastaro, specializzando in chirurgia generale presso l’UMG di Catanzaro.
A dirigere il corso è stato Elia Diaco, responsabile regionale della SIDV e direttore dell’ambulatorio di Angiologia del S.Anna, che della stessa SIDV è Centro di riferimento, coadiuvato dai tutor Gianluca Buffone e Domenica Donato, rispettivamente chirurgo vascolare e cardiologa presso il Centro regionale di Alta Specialità del Cuore.
Molti i nomi prestigiosi delle diverse branche mediche (angiologia, cardiologia, cardiochirurgia, chirurgia vascolare), chiamati in qualità di relatori. Tra di loro – oltre a Daniele Maselli, direttore della Cardiochirurgia del S.Anna e Bindo Missiroli, direttore dell’Emodinamica, presso lo stesso Centro – Pierluigi Antignani, presidente della SIDV e Stefano De Franciscis, presidente del Collegio Italiano di Flebologia, nonché direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare del policlinico “Mater Domini” di Catanzaro. Una presenza, quest’ultima, che testimonia l’unità di intenti e la comunanza di obiettivi tra l’ambito medico propriamente ospedaliero e quello medico universitario.
“Certificare gli specialisti è un’esigenza ormai sempre più avvertita – spiega Diaco – perché da un lato è andata progressivamente crescendo la domanda di esami diagnostici non invasivi in patologia vascolare e dall’altro è aumentata la necessità di contenere i costi di gestione delle Unità Operative.
Si è posto quindi un doppio problema: di appropriatezza delle indicazioni agli esami stessi e di qualità con cui essi vengono eseguiti. È per questo che la Società Italiana di Diagnostica Vascolare ha deciso di proporre agli specialisti percorsi individuali e volontari di accreditamento, con l’obiettivo di creare un corpo di operatori in grado di garantire al paziente e al sistema sanitario complessivamente inteso, un servizio qualitativamente valido e attendibile”.