Mirabello: “Non ho leso l’immagine del Pd”

Vibo Valentia Politica

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Michele Mirabello, segretario provinciale Pd Vibo Valentia al Vice Segretario Nazionale Lorenzo Guerini. Mirabello sostiene di non aver leso l’immagine del Partito democratico, in merito agli accordi per le elezioni provinciali.

“Caro Lorenzo,

la lettera che mi hai inviato in relazione alla situazione politica della Provincia di Vibo Valentia mi spinge a replicare brevemente, chiarendo dal mio versante alcuni aspetti che evidentemente mi pare sfuggano alla discussione. Ho a lungo riflettuto sul mezzo da utilizzare per farti pervenire queste mie considerazioni, ed il clamore destato dal tuo intervento sugli organi di stampa mi ha impedito di limitare le mie modeste osservazioni ad una dialettica interna che, per la verità, in Calabria è allo stato completamente azzerata da mesi.

Mi pare prima di tutto opportuno chiarire che il sottoscritto, presentando la lista del PD per le elezioni provinciali, non ha fatto altro che dare pedissequa esecuzione ad un deliberato della Direzione Provinciale di sabato 6 Settembre, assunto alla presenza del delegato del Segretario Regionale ed al culmine di un percorso in cui mai ci siamo discostati dalle indicazioni del regionale. Inoltre, diversamente da quanto ritenuto nella missiva inoltratami, il sottoscritto è stato ampiamente ai patti lavorando fino a tarda notte di domenica 7 in costante contatto con Ernesto Magorno.

Il segretario Regionale, in effetti, non può non averti riferito di aver appreso in viva voce dell'esito della riunione finale, e della decisione unilaterale di una parte del partito di abbandonare la riunione, rappresentando le difficoltà a tornare indietro dagli impegni già assunti con altri non meglio precisati soggetti politici e rifiutando tutte le proposte per una lista unitaria, che peraltro ho formulato in perfetta conformità ai dettami di un intercorso contatto telefonico che ho personalmente avuto con te.

Lo stesso segretario regionale non mi ha mai comunicato (e mai avrebbe del resto potuto farlo) né formalmente né informalmente, all'esito della suddetta riunione, in cui un'area ben definita del partito ha di fatto sconfessato le indicazioni del nazionale e del regionale, optando per un accordo di potere con dirigenti di primissimo piano ed esponenti istituzionali della destra provinciale e regionale, alcuna interdizione all'utilizzo del simbolo del partito.

Dunque equiparare il lavoro che ho messo in campo in perfetta conformità al mandato di un organismo dotato, fino a prova contraria, di piena sovranità, a ciò che hanno fatto importanti dirigenti del PD dando vita ad una lista comune con pezzi letteralmente inquietanti della destra locale, mi pare del tutto ingiusto ed immotivato. Oltretutto, l'evidenza di quanto affermo è testimoniata oltre che dal clamore che la notizia dell'accordo fra alcuni dirigenti del partito ed esponenti di primo piano di FI, NCD e Fratelli d'Italia, ha suscitato sulla stampa anche nazionale e sull'opinione pubblica, anche dalla circostanza non irrilevante che nessuno nel frattempo si è preoccupato di smentire alcunchè.

Ritengo non senza fondati motivi che ad aver compromesso l'immagine del partito sia questa circostanza più di ogni altra. Così come ritengo, in tutta franchezza, che ogni più fantasiosa interpretazione sull'oggetto e sulla natura degli accordi messi in campo da pezzi del nostro partito con protagonisti di spicco della giunta Scopelliti come Nazzareno Salerno, sia ampiamente superata dalla drammaticità di una realtà oggettiva che tutti conoscono e riconoscono in questa nostra piccola provincia.

Tutto ciò finanche ammettendo, con la dovuta ed a me consueta onestà intellettuale, che la vicenda relativa alla candidatura di Vallone, pur essendo egli un consigliere comunale nell'esercizio delle sue funzioni all'interno di un'amministrazione peraltro a guida dell'area moderata del PD, ed anche in pendenza di un giudizio non definitivo di incandidabilità, meritasse un grado migliore di approfondimento, che i tempi molto ristretti imposti dalle scadenze dei termini non hanno di fatto agevolato. Mi pare comunque evidente che questo episodio non possa in alcun modo essere utilizzato per sminuire la portata della gravità e delle responsabilità di scelte politiche, frutto di pesanti e deteriori trasversalismi, che hanno spaccato il partito.

A questo punto, forte di queste considerazioni, osservo però sbigottito questa sorta di processo a testa in giù, nel quale stranamente, ed improvvisamente, assumo il ruolo inaccettabile di imputato, in una sorta di riedizione in salsa calabra della mirabile novella pirandelliana “così è (se vi pare)” in cui la verità sembra assumere molteplici aspetti. Ho una stima talmente grande della tua personalità politica da essere portato a pensare che solo il circolare (in)controllato di informazioni parziali e raffazzonate, abbia potuto generare questo clamoroso ed inaccettabile ribaltamento delle posizioni in campo.

Ma a preoccuparmi maggiormente, anche per il ruolo che ricopro al servizio del partito, è il rischio oggettivo, in assenza di una vera valutazione della vicenda da svilupparsi entrando nel merito degli accadimenti, di delegittimare un'intera classe dirigente proprio alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali, magari concretizzando così in forma indiretta gli spregiudicati e reali obiettivi del centrodestra locale. Ringraziandoti ancora per l'attenzione che hai dedicato e dedicherai alla nostra terra ti saluto cordialmente”.