Crotone: Fn sulla rimozione del Crocifisso dal cancello d’entrata del cimitero

Crotone Attualità

“La rimozione del Crocifisso dal cancello d’entrata del cimitero di Crotone avvenuta nei giorni scorsi ha suscitato in noi di Forza nuova forte sdegno e rabbia e siamo stati anche promotori di una petizione popolare online già partita sul web con tanto di raccolta firme per difendere quelli che sono i nostri valori e principi sacri che partono dalla difesa delle nostre tradizioni ed identità e la difesa della nostra Fede.

La decisione del Sindaco Vallone e dei dirigenti del Comune - se legge in una nota a firma di Davide Pirillo, segretario regionale di Forza Nuova Calabria - è totalmente sconnessa da un qualsiasi analisi che metta in campo la laicità di uno Stato come quello italiano che rimane pur sempre a maggioranza cattolica e che anche nella revisione modernista dei Patti Lateranensi, i simboli cristiani nei luoghi pubblici ed ancora di più in quelli sacri devono essere tutelati, inoltre l’art. 7 della costituzione stabilisce che Stato e Chiesa ciascuno nel proprio ordine sono indipendenti e sovrani.

Il Crocifisso è simbolo della cristianità e di un’Europa che nei secoli, da Lepanto a Vienna, ha combattuto contro i suoi nemici non abdicando i valori fondanti su quali è stata costruita, rappresenta e riveste dunque un significato profondo per ciascun cattolico che vede in Gesù Cristo Re e Redentore, il suo sacrificio per la salvezza di tutti noi peccatori. Restiamo alquanto stupidi del silenzio col quale il nostro Vescovo emerito, Mons. Graziani, ha accompagnato questa assurda decisione, perché tanta indifferenza da parte dei rappresentanti della Chiesa?

Togliere il Crocifisso da un qualsiasi luogo pubblico ed ancora di più sacro come può essere in questo caso il cimitero, significa prostrarsi a satana e la Chiesa stessa deve tenere alta sempre la guardia e ricordare come quel simbolo, un tempo considerato un obbrobrio, col sacrificio e la crocifissione di Gesù, sia divenuto simbolo di Fede, speranza e salvezza.

Non si può pertanto certamente permettere che un qualsiasi politico, che già nella sua gestione amministrativa che più gli compete e nella quale ha già miseramente fallito, di cancellare la nostra identità e cultura millenaria.”