Droga, Vecchio Borgo: è tempo di interrogarsi su tutte le dipendenze
"Da oltre 35 anni il fenomeno delle dipendenze resta una questione aperta e scarsamente aggredibile. Dopo trentacinque anni i problemi sono diversi. Le strutture sociali, pubbliche e private, sono alle prese con un taglio drastico del fondo sociale mentre al contrario le tossicodipendenze e le dipendenze aumentano come uso di sostanze e di comportamenti a rischio.
Sulla diffusione delle droghe grava un deficit d'informazione e di prevenzione. In questi ultimi anni è triplicato l' uso degli psicofarmaci e degli antidepressivi, riscontriamo un approccio sempre più precoce all'alcol come veicolo di stordimento , un maggior ricorso ai giochi d'azzardo, alle scommesse, alle lotterie. Parlare di dipendenze significa ancora oggi parlare della solitudine e della fragilità di tante persone, della debolezza dei legami sociali e del contatto umano che la crescita del mondo "virtuale" non ha arricchito. Nel Luna Park delle dipendenze la maggior parte degli studenti entra a fare un giro.
Infatti, sempre più cannabis tra i giovani e sempre più gioco d’azzardo fra gli adulti .Il quadro delle dipendenze che esce dalla relazione 2014 del Dipartimento politiche antidroga al Parlamento disegna un quadro sufficientemente allarmante sia per chi è sotto i vent’anni, sia per chi, con una slot machine, butta via lo stipendio. Il Rapporto evidenzia il dato dei consumi in particolare degli studenti ricavati da uno studio condotto nel corrente anno su un campione di 31.661 ragazzi tra i 15 1 i 19 anni.
Proprio qui scatta l’allarme: ha consumato cannabis una o più volte negli ultimi 12 mesi il 23,46% di loro, due punti in più rispetto al 2013. È diminuito il consumo di cocaina dal 2,05% all’1,58%; sostanzialmente stabili eroina (dallo 0,36 % allo 0,21%) ,stimolanti (anfetamine o ecstasy) fermi all’1,36%, e allucinogeni (2,03% contro 2,13%) mentre il 21% dei ragazzi ha consumato più sostanze.
Il fenomeno del gioco patologico , purtroppo ,anche i giovani. Secondo i pochi dati presenti nella Relazione si stima che i giovani giocatori problematici sono il 4,3%,mentre quelli patologici(dipendenti) il 3,8%,
Torna, dunque, sul tavolo- sottolinea Guido Leone, responsabile della comunicazione dell’Associazione William Latella - il tema urgente della prevenzione, dell’educazione, del lavoro di rete, della formazione degli insegnanti, del ripensamento radicale della scuola, della reinvenzione dei luoghi del tempo libero più sani e sereni.
È in questo senso che si indirizzano le finalità principali del progetto “Prevenzione in comunità”, promosso dalla Regione Calabria, e effettuato su tutto il territorio regionale dal C.R.E.A.(Coordinamento Regionale degli Enti Ausiliari) che opera nel settore delle dipendenze patologiche.15 le comunità che hanno aderito al progetto e che hanno organizzato ,a partire dal 26 giugno scorso, Giornata internazionale di lotta alla droga, varie tappe, con i loro stand, per portare informazione in diverse località della regione.
L’esperienza fin qui condotta ha sperimentato una pratica modalità di “approccio di strada” con una intensa attività di informazione ,sensibilizzazione e aggancio ,svolto direttamente nei luoghi dell’aggregazione informale dei giovani, piazze in particolare.
Le informazioni sono fornite direttamente dai numerosissimi giovani grazie alle migliaia di questionari fin qui compilati che restituiranno al termine dell’intero percorso un identikit non solo delle loro abitudini ma anche dello stato dell’arte della conoscenza delle dipendenze.
Nella provincia reggina stanno operando La Casa del Sole, l’Emmanuel, il Cereso, l’ Exodus, l’Associazione William Latella-Vecchio Borgo e la coop. Genoese. Nel corso di questi mesi, l’attività si concluderà entro l’anno in corso ,sono state numerose le occasioni promosse dalle singole comunità in tanti comuni in occasione di feste patronali ed eventi estivi.
La presenza degli stand è stata un punto di riferimento per tanti giovani ai quali sono stati distribuiti materiale informativo e gadget (come magliette e porta cellulari) contenenti il logo del progetto “Walk out, meet, be!”.
Occorre altresì aggiungere- precisa ancora Guido Leone- che da tempo l’Associazione William Latella-C.T. Vecchio Borgo, come molte altre comunità, oltre a migliorare il proprio servizio residenziale di accoglienza e cura di persone dipendenti, svolgono un prezioso lavoro educativo all’interno della più vasta comunità territoriale. Le dipendenze, nelle loro sempre più variegate forme, costituiscono una delle derive sociali che sono originate principalmente dallo sfaldamento del tessuto educativo della nostra società.
Per cui non è possibile lavorare solo sul terreno della cura dimenticando di compiere una azione sistematica sul versante della prevenzione e, ancora più a monte, della educazione. Tutti capiscono che è una strategia miope, senza prospettiva di soluzione del problema nel medio/lungo periodo. Lavorare solo sul recupero, tutta la letteratura lo condivide ormai da tempo, è anche più costoso.
Da questa consapevolezza discende la necessità di un rinnovato impegno, di una presenza continuativa nei luoghi “cruciali” dell’educazione, in particolare la famiglia, la scuola e l’area dell’extrascuola, del divertimento, dello sport, della musica.
I prossimi steep del progetto , infatti, si svolgeranno presso le istituzioni scolastiche seguendo un percorso bidirezionale che porterà successivamente gli studenti in visita presso le comunità di prossimità affinché si rendano personalmente conto di quanto sia complesso il percorso di uscita dal tunnel delle dipendenze e nello stesso tempo prendere contezza di queste realtà che il più delle volte il cittadino stesso ignora o vuole ignorare.
Fare i conti con le culture di consumo diffuso, soprattutto di certe fasce d’età, vuol dire interrogare principalmente le politiche giovanili e gli interventi sociali di un territorio; non il carcere o la magistratura, dunque, ma le scuole, i centri giovanili, i contesti del divertimento, dell’aggregazione e del tempo libero. L’Italia è una delle uniche nazioni dell’Europa occidentale che non ha ancora una legge sui giovani e neppure finanziamenti specifici capaci di costruire proposte e percorsi di cultura e promozione alternativi al piattume del quotidiano e alle insensatezze del consumismo.
Ma – conclude Guido Leone nella sua nota stampa- credo sia giunto il momento di riconoscere pari dignità al servizio pubblico e al servizio convenzionato. Le comunità sono in difficoltà per i finanziamenti che non possono essere legati a dichiarazioni parasanitarie di tossicodipendenza, per i tipi di domande di aiuto che bussano alle porte delle strutture. Vanno riscritte nuove regole!"