Ambiente, Callipo: «Rischio idrogeologico ignorato, bisogna cambiare tutto»

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Callipo

«Nel 2010, 220 milioni di euro dovevano finanziare 183 progetti di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico. Di questi, solo due sono stati effettivamente avviati. Il problema della Calabria, quindi, non sono le risorse, ma un sistema politico-burocratico, basato sulle clientele e sugli accordi trasversali, che tutela soltanto i proprio interessi, infischiandosene dei cittadini».

È quanto ha dichiarato Gianluca Callipo, intervenendo, questa mattina a Vibo Valentia, al convegno “L’ambiente al centro - Governo del territorio, rigenerazione urbana, lavori pubblici, difesa del suolo”, promosso per costruire, insieme ai rappresentanti degli Ordini professionali tecnici calabresi, una nuova proposta per l'ambiente in Calabria. L’iniziativa è stata coordinata dal presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Vibo Valentia, Fabio Foti, ed ha ospitato gli interventi di Paolo Cappadona, componente del Consiglio nazionale dei geologi; Romano Mazza, componente del Consiglio provinciale dell’Ordine degli ingegneri di Vibo Valentia; Giovanni Cugliari, presidente Cna Vibo Valentia; Paolo Malara, presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Reggio Calabria.

«In materia d’ambiente e salvaguardia idrogeologica del territorio è emersa negli ultimi anni tutta l’incapacità della classe politica di dare risposte efficaci a problematiche che non possono essere affrontate incrociando le dita e sperando che non piova - ha continuato Callipo - si tratta di questioni troppo delicate e cruciali per continuare ad affidarci a chi non è riuscito in 40 anni a difendere la Calabria da frane e alluvioni. Anche in questo settore, avverto da parte dei cittadini e degli addetti ai lavori la fortissima esigenza di avere una politica che sappia ascoltare le necessità dei territori e che sappia fare scelte nette. Servono inoltre, regole certe e puntuali, a cominciare da una legge organica sulla difesa del suolo, tenendo conto anche della nuova architettura istituzionale che ridisegna i poteri e le funzioni di Regione e Province.

Serve una legge sui lavori pubblici che punti sulla qualità delle opere, sulla semplificazione delle procedure e dei regolamenti. Ma è necessario soprattutto - ha concluso Callipo - puntare sul sistema della burocrazia regionale che va rivoluzionato. I dipartimenti Ambiente, Urbanistica e Lavori pubblici vanno totalmente riprogrammati. Le migliori idee, le migliori intenzioni politiche, camminano sulle gambe della macchina amministrativa. La sfida decisiva per competere con i contesti territoriali più avanzati si misura sulla capacità di avere una struttura burocratica snella, al passo coi tempi, competente, selezionata sulla base del merito e non dell’appartenenza politica. Obiettivi che solo una nuova classe politica, credibile, senza postazioni da garantire né cambiali da pagare, può portare avanti».