Gioia Tauro, Callipo: «Risorsa porto vittima della miopia politica, nuove infrastrutture per il rilancio»
«Lo stesso ministro alle Infrastrutture lo ha riconosciuto pochi giorni fa: in Italia ci sono porti che, per posizione e vocazione, sono strategici per l'economia nazionale e non solo. Tra questi scali, ha incluso il porto di Gioia Tauro, quello che più di tutti avrebbe dovuto essere il principale attracco commerciale del Mediterraneo ma che oggi paga a caro prezzo la miopia di una classe politica regionale mai veramente in grado di coglierne le reali potenzialità, né di comprendere l'importanza di investire nelle infrastrutture di collegamento e nel retroporto».
È quanto ha dichiarato Gianluca Callipo visitando, questa mattina, il porto di Gioia Tauro, dove ha incontrato il presidente dell'Autorità portuale, Giovanni Grimaldi.
«Quello della carenza di infrastrutture - ha aggiunto Callipo - è il principale freno che impedisce al porto di Gioia Tauro, nonostante l'incremento del traffico del transhipment, di esprimere tutte le sue potenzialità. Non possiamo consentire che continui ad essere solo una grande piattaforma di movimentazione delle merci e che queste, però, per essere lavorate, debbano essere poi trasferite altrove. Occorre dotare il retroporto delle infrastrutture necessarie, a cominciare dalla banda larga per usi aziendali, che può contribuire in maniera determinante ad attrarre investitori e a interrompere così l'inesorabile declino occupazionale dell'area, che interessa le aziende dell'indotto, costrette sempre più spesso a ricorrere a cassa integrazione e licenziamenti. Occorre, in poche parole, maggiore attenzione e responsabilità da parte della classe politica calabrese che ha sottovalutato il ruolo del porto, come dimostra, ad esempio, il fatto che il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, in qualità di componente del Comitato portuale, non si è mai presentato alle riunioni, delegando sempre un suo rappresentante. Un esempio lampante - chiude Callipo - della distanza di certa politica dai problemi reali della regione».