Bivongi: molestava donne denudandosi e perseguitandole, 21enne finisce al Tso
I Carabinieri di Stilo, nel reggino, sabato scorso hanno eseguito a Bivongi un’ordinanza per l’applicazione provvisoria della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e custodia, emessa dal Gip di Locri nei confronti di un 21enne nigeriano, disoccupato, domiciliato da alcuni nel centro per un progetto di accoglienza Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Il giovane, dopo le formalità di rito, è stato condotto sotto scorta presso una struttura psichiatrico-giudiziaria di Barcellona Pozzo di Gotto (nel messinese).
Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dai militari, i quali, nei primi giorni del mese di settembre scorso avevano ricevuto due distinte denunce da parte di altrettante giovani donne che avevano riferito dei ripetuti episodi di molestie ricevute dal ragazzo che, per settimane, le avrebbe seguite per le vie del paese anche appostandosi sotto le loro abitazioni, invitandole in maniera molto esplicita - anche denudandosi - a “trattenersi” con lui; La situazione avrebbe create alle donne uno stato di continua preoccupazione costringendole ad evitare di uscire da sole o trattenersi in paese senza compagnia.
Ricevute le denunce, i Carabinieri, raccolti altri elementi di riscontro ascoltando dei testimoni del luogo, hanno informato dei fatti la Procura della Repubblica di Locri e di conseguenza, il Sostituto Procuratore Rosanna Sgueglia, assegnataria del fascicolo processuale, ha chiesto al Gip l’applicazione di una idonea misura restrittiva per impedire che il 21enne ripetesse le proprie condotte persecutorie. In questo ambito, i di Stilo hanno attuato una stretta vigilanza sul ragazzo: scelta che si è rivelata fruttuosa dato che, nelle notte del 16 settembre scorso, l’uomo è stato colto in stato di agitazione per le vie di Bivongi e sottoposto così a Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO).
Questi ulteriori elementi, a cui si è aggiunta una perizia a cui è stato sottoposto il denunciato, hanno portato il GIP a emettere l’ordinanza di applicazione provvisoria della misura di sicurezza del ricovero in casa di cura, considerato che lo stesso è stato riconosciuto “non pienamente in possesso delle proprie facoltà mentali nel momento in cui ha commesso i fatti”.