“Caso Crotone”, si bissa: il PD riprova l’ammucchiata, “senza se e senza ma”

14 luglio 2019, 12:35 Imbichi
Rosanna Barbieri

Sono passati appena tre anni dall’ultimo tentativo di avvicinamento ufficiale tra il PD e la Prossima Crotone. Una vicenda ben più antica che nasconde una delle più vecchie “faide” interne della politica locale, e che dopo anni di divieti imposti a livello nazionale potrebbe essere arrivata ad una svolta decisiva.


di Francesco Placco

Ricordate cosa accadde il 15 marzo 2016? A poche ore dallo svolgimento delle primarie locali del Partito Democratico, che vedevano contrapposti Arturo Crugliano Pantisano ed Anna Melillo per la candidatura a sindaco, quest’ultima si ritirò lasciando un’apparente strada spianata al suo avversario.

Il giorno successivo, in quel di Via Panella si prese atto - si fa per dire - della situazione (LEGGI), e la segreteria di allora dovette sbattere i pugni sul tavolo per ribadire che “il candidato è Pantisano, altrimenti i vertici nazionali del Pd vengano qui a dirci il contrario”.

Ma i vertici nazionali non diedero alcun peso alle “minacce” locali, e non ci misero molto a rottamare definitivamente la candidatura del Pantisano (LEGGI).

Alla fine, dopo circa un mese, spuntò la candidatura di Rosanna Barbieri (LEGGI), apparentemente condivisa da tutto il partito. Ma sappiamo tutti com’è andata a finire.

Oggi la Barbieri non è più una figura gradita all’interno dello stesso partito che l’ha candidata a sindaco. Dopo aver chiesto una “maggiore trasparenza” ed aver bocciato una possibile “alleanza” con la Prossima Crotone, si è vista rispondere a mezzo stampa direttamente dalla neo-segreteria annunciata ad inizio anno (LEGGI).

Segreteria che era partita battagliera ma aveva perso le armi per strada (LEGGI), snobbata anche dall’elettorato al quale aveva chiesto una rinnovata partecipazione (LEGGI).

L’andamento del Partito Democratico è chiarissimo, tanto agli elettori – che non sono stati interpellati in queste decisioni, ed ai quali si cerca di imporre una decisione sicuramente non condivisa – quanto ai vertici locali e nazionali.

Tanto che il commissario regionale Stefano Graziano al termine dell’incontro svoltosi a Lamezia ha ricordato che “Al termine del confronto abbiamo ribadito che, nel solco della linea già tracciata in direzione provinciale, il Partito Democratico è all’opposizione dell’amministrazione Pugliese senza se e senza ma”.

Frase che non è piaciuta alla segreteria cittadina che, come nel “lontano” 2016, è tornata a sbattere i pugni sul tavolo, ribadendo che non è Graziano a poter decidere che cosa fare a Crotone.

Posizione ribadita nell’assemblea svoltasi in Via Panella, dove tuttavia una trentina di esponenti del Pd hanno protestato contro le scelte della segreteria. Si definiscono “autoconvocati”, e si sono apertamente schierati contro l’attuale posizione del partito cittadino.

La questione è ancora aperta, e vedremo come si evolverà: il nuovo “caso Crotone”, che pare un siparietto già visto, è destinato ad essere discusso alla sede nazionale del partito, dove già tre anni fa arrivò un divieto chiarissimo.

Le cose sono cambiate, e non è facile ipotizzare se da Roma arriverà un via libera o un nuovo niét.

Nel frattempo, mentre il PD cittadino si frammenta e si scompone sulla questione delle alleanze (LEGGI), continua a perdere il suo elettorato.

Un’emorragia ormai cronica ed implacabile, aggravata dalla totale assenza del partito sui temi cittadini, ma anche dall’incapacità plateale di creare una nuova classe dirigente.

Non ci provano neanche, a creare un’alternativa, e dedicano i loro sforzi a pensare esclusivamente a come sopravvivere.

Una sopravvivenza futile, senza una base elettorale solida ed attiva. Elemento del quale a Via Panella si sono dimenticati da tempo.